Vicenza, 28 ott – Prima lo ha minacciato con un «ti spacco la bottiglia in testa», poi lo ha rapinato dei pochi euro che aveva in tasca e con il «bottino» è corso a comprarsi una pizza. I fatti hanno per protagonisti un africano, Abdoul Fatao Bara, 22 anni, originario del Burkina Faso, in Italia senza fissa dimora, pregiudicato e clandestino, e la sua vittima, un ragazzo di 15 anni, M.S., italiano.

L’immigrato, che era stato visto gironzolare tra la pizzeria e il marciapiede di fronte all’ingresso, aveva puntato il 15enne mentre questi era intento a pagare alla cassa; gli si è avvicinato e con una scusa lo ha invitato ad uscire dal locale. Molto ingenuamente, forse a causa della giovane età, l’adolescente lo ha seguito. Una volta fuori dal locale lo straniero ha estratto dalla felpa una bottiglia di birra, minacciando di rompergliela in testa se non gli avesse dato tutto il denaro che portava con sé. Spaventato, il 15enne gli ha messo nelle mani la banconota da dieci euro che era in suo possesso. L’africano ha fatto marcia indietro ed è entrato nel locale per comprarsi una pizza. Dopodiché si è allontanato come se nulla fosse.

A quel punto avventori e proprietari del ristorante hanno dato l’allarme, chiamando le forze dell’ordine che sono sopraggiunte dopo qualche istante. Gli agenti hanno individuato e raggiunto l’immigrato, che si trovata poco distante, sempre nel centro storico. Dopo l’arresto, gli accertamenti: Abdoul aveva rubato delle birre dal frigo della pizzeria e nel suo zaino è stato rinvenuto un Iphone, rubato a una ragazzina nella stessa serata.  Bara è stato rinchiuso in carcere di Vicenza, in attesa del processo con rito direttissimo che si è tenuto in Tribunale, dove l’arresto è stato convalidato e l’imputato sottoposto ad obbligo di firma a Carmignano di Brenta (Padova) e divieto di ritorno ad Arzignano. Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

4 Commenti

  1. Non vi preoccupate per lui, sicuramente qualche giudice lo rimetterà prontamente in libertà.Già immagino le motivazioni: ” spinto dalla necessità, fame e sete, ha cercato in maniera, sbrigativa, si soddisfare le sue legittime voglie “; il tutto può, tranquillamente, essere derubricato al rango di ” ragazzata “. Una pacca sulle spalle e la raccomandazione di non farlo più, prosegui tranquillo viaggiatore errante.

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