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Tunisino molesta donna sulle scale mobili della Stazione Termini a Roma

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Roma, 3 gen – Non passa giorno che le cronache non ci restituiscano stupri o tentativi di stupro messi a segno da qualche immigrato o richiedente asilo. E ogni volta avviene nei luoghi più impensati e ad ogni ora del giorno e della notte. Anche oggi non fa eccezione. A Roma, sulle scale mobili della Stazione Termini, quelle che portano alla metropolitana, un tunisino di 27 anni senza fissa dimora e pregiudicato ha tentato di violentare una 30enne italiana.
Dal racconto della donna si è scoperto che l’immigrato ha avvicinato la 30enne mentre si apprestava a raggiungere i binari della metropolitana e le ha infilato la mano sotto la gonna, l’ha palpeggiata e poi è fuggito. Il fatto è avvenuto poco dopo le 22.
Dopo una ricerca dentro a fuori la stazione da parte del personale del Reparto e della Squadra di polizia giudiziaria compartimentale, coordinate dal Centro Operativo Compartimentale, a cui la donna si è subito rivolta descrivendo il suo molestatore, il tunisino è stato rinvenuto in Piazza dei Cinquecento: stava dormendo. La descrizione della donna della fisionomia e degli abiti addosso all’uomo combaciava con l’uomo che gli agenti hanno visto dormire.
Una volta svegliato è stato portato presso gli uffici della Polizia Ferroviaria, dove la sua vittima lo ha riconosciuto. Per lui è subito scattato il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di violenza sessuale, e ora il tunisino si trova nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Anna Pedri
 
 

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ANTERO 3 Gennaio 2018 - 4:14

Al lavoro volontario, sine die … il lavoro rende liberi !

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Dino 3 Gennaio 2018 - 7:50

Tunisino pregiudicato e senza fissa dimora.
Nessun processo subito in Tunisia a calci nei denti, maledetto lui e tutta la sua razza di infami. Ma più maledetto il giudice che non lo espelle subito.

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Aldo 3 Gennaio 2018 - 8:17

La Boldrini e Company (donne piddine burattine) non dicono nulla ???!!!
Ovviamente le risorse prima di tutto!!!

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Luca Banche Niclot 4 Gennaio 2018 - 1:04

Purtroppo per lei, la Signora aggredita non si chiamava Asia Silberstein.

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Raffo 3 Gennaio 2018 - 10:02

Questo gioiello africano ha, sino ad oggi ,goduto di alte protezioni , ovvero tutte le vergogne viventi italiane che foraggiano e difendono tali personaggi inqualificabili, a cominciare da coloro che spesso li rispediscono liberi,in giro per le nostre città a delinquere e spacciare…… Si va da politici collusi a magistrati sprezzanti dei propri concittadini ; infatti i sinistri politicanti e i giudici rossi hanno come solo scopo quello di distruggere la società e portare il cittadino italico al rinconglionimento totale, poiché in un paese normale di fronte ad un escremento, tunisino e non ,che violenta una donna decine di uomini sani sarebbero intervenuti e l’avrebbero difesa con il magrebino stupratore a leccarsi le ferite in qualche cassonetto…..naturalmente tutti gli uomini e donne intervenuti in difesa della sventurata premiati con medaglia al valor civile. Lascio ad altri il dibattito sulla boldrini e le sue amiche rosse,sempre pronte a difendere stupratori e delinquenti purché siano neri e africani…… perdono scordavo gli zingari o rom che dir si voglia.

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giorgio 5 Gennaio 2018 - 9:32

ma questa situazione a roma chi l’ha voluta? gli africani o i romani? cioè gli africani fanno ciò che fanno normalmente in africa, sono i romani che hanno votato perché gli africani portassero i loro stili di vita a roma. c’è poco da prendersela con gli africani, ma molto da prendersela coi romani, a sto punto. ai romani sta bene tutto ciò? a me l’unica domanda che viene da pormi è: perché i romani vogliono essere invasi da africani, asiatici e chi più ne ha più ne metta? una volta capito questo, forse cambia il punto di vista sul problema integrazione.

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