Roma, 15 giu – La giunta regionale dell’Umbria ha abrogato la delibera che dava il via libera all’aborto farmacologico in day ospital (e anche a domicilio).
Pillon: “Aborto? Sinistra pensa solo a ideologia”
Da questo momento, dunque, le donne umbre che vorranno abortire tramite aborto farmacologico dovranno necessariamente essere ricoverate per tre giorni. E’ felice di questa notizia il leghista Simone Pillon: “La sinistra antepone l’ideologia alla salute delle donne” dice. Non la pensano così le femministe: “Secondo i leghisti della Regione Umbria si raggiunge il paradiso rendendo difficile la vita delle donne, la loro libertà, la loro autodeterminazione” dicono quelle di Non una di meno Perugia e Gubbio, Udi nazionale, Udi Perugia, ‘La città delle donne-Aps’ Gubbio e altre firme femministe.
Le femministe protestano: “Donne obbligate”
In poche parole le donne che vogliono abortire saranno, per legge “costrette” a rimanere due giorni di più e questo non sta bene a chi probabilmente vorrebbe vedere l’aborto come una punturina. Dicono così le femministe: “La maggioranza di destra del Consiglio regionale umbro ha abrogato la delibera regionale faticosamente ottenuta nel dicembre 2018, dopo 8 anni di insistenza e di lotte anche contro la recalcitrante giunta Marini. Si dava così indicazione agli ospedali umbri di organizzare con day hospital il servizio per la interruzione volontaria della gravidanza farmacologica, dando la possibilità alle donne che decidevano di interrompere la gravidanza, di poter scegliere, il metodo meno invasivo per loro, che meglio si adatta alle loro esigenze e farlo in modo accessibile. Invece, in Umbria non sarà più così”.
Ilaria Paoletti
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Ai lettori: se conoscete qualche ragazza o donna che vuole abortire, sconsigliate di farlo: avere un bambino è la cosa più bella ed entusiasmante che esista. Una volta avuto in grembo non si può più scegliere: o si è madri di un figlio vivo, o di un figlio morto. Se non si vuole proprio tenerlo, meglio affidarlo alle culle per la vita, che abortirlo.
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