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Zanardi trasferito in terapia intensiva al San Raffaele di Milano. “Condizioni instabili”

by Cristina Gauri
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Milano, 24 lug – Alex Zanardi è stato trasferito al San Raffaele di Milano: lo ha fatto sapere in un comunicato Claudio Zanon, direttore sanitario dell’Ospedale Valduce, struttura che ospita il centro di riabilitazione in cui l’atleta era stato ricoverato martedì. Dopo il ricovero in terapia intensiva a seguito del gravissimo incidente dello scorso 19 giugno, l’ex pilota e atleta paralimpico era stato trasferito dal Policlinico Le Scotte di Siena al centro riabilitativo Villa Beretta, situato in provincia di Lecco. Fino a poche ore fa, quando, a causa dell”’instabilità delle condizioni cliniche” i medici hanno optato per trasferire Zanardi presso il reparto di intensiva del San Raffaele di Milano.

“In data odierna – si legge nel comunicato – a fronte di intercorsa instabilità delle condizioni cliniche del paziente Alex Zanardi, dopo opportune consultazioni con il Dr. Franco Molteni, Responsabile del Dipartimento di Riabilitazione Specialistica Villa Beretta, struttura afferente all’Ospedale Valduce, dove il paziente era degente dal 21 luglio, e gli specialisti di riferimento, è stato disposto il trasferimento dello stesso, con adeguati mezzi e adeguata assistenza, presso il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano” specificando che “non verranno rilasciate ulteriori informazioni sul caso“.

Il curante di Zanardi, il dottor Franco Molteni, non regala previsioni rosee, ma assicura che lo staff impiegato nelle cure dell’atleta sta tentando il tutto per tutto: ”Quello che posso dire è che in questo momento lui è davanti all’Himalaya. Non possiamo essere stupidamente ottimisti e avere ora la certezza che arriverà in cima, ma non possiamo nemmeno essere preventivamente disfattisti e dirci sicuri che non ce la farà. È qui soltanto da due giorni e dall’incidente è passato un mese. Una cosa la sappiamo: siamo molto determinati. I miracoli non li fa nessuno e qui nessuno pensa di essere onnipotente ma faremo tutto ciò che sarà possibile fare, come facciamo sempre con i nostri pazienti”.

Cristina Gauri

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