Roma, 9 mar – Sta commuovendo il mondo della cultura non conforme l’annuncio di Massimo Fini, peraltro molto secco e privo di emotività, com’è nel personaggio. Il popolare giornalista e scrittore milanese ha infatti raccontato sul suo sito di aver perso la vista, motivo per cui cesserà di fatto di scrivere libri e articoli.
Questo il testo dell’avviso:
“Sono diventato cieco. O, per essere più precisi, semicieco o ‘ipovedente’ per usare il linguaggio da collitorti dei medici. In sostanza non posso più leggere e quindi nemmeno scrivere. Per uno scrittore una fine, se si vuole, oltre che emblematica, a suo modo romantica, ma che mi sarei volentieri risparmiato. ‘Una Vita’ è quindi il mio ultimo libro. E la mia storia, di scrittore e giornalista, finisce qui. Del resto nella vita arriva sempre un momento in cui, per una ragione o per l’altra, si deve uscire di scena. Il sito rimane aperto per chi voglia sottoscrivere il Manifesto, per le mail (ho qualcuno che mi dà una mano), per inviti, conferenze, interviste perché se ho perso l’uso della vista non ho perso quello della parola e, spero, nemmeno il ben dell’intelletto. Un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito in questi ultimi, e per me molto faticosi, anni”.
La cultura italiana perde quindi uno dei suoi più coraggiosi e originali protagonisti, seppur talora assestato su posizioni provocatorie non sempre condivisibili. Uno che ha avuto il coraggio di fare revisionismo storico sull’antica Roma (con le biografie su Catilina e Nerone), che ha attaccato frontalmente l’illuminismo (La ragione aveva torto?), il pacifismo (Elogio della guerra) la democrazia (Sudditi) e il capitalismo (Il denaro sterco del demonio). Uno che in anni di fallacismo dilagante ha proposto una biografia del Mullah Omar in cui si simpatizza per i talebani.
Ha fatto discutere anche la sua biografia di Friedrich Nietzsche, scritta divinamente e molto documentata, seppur viziata forse da un approccio “umano, troppo umano”, molto centrato sulle vicende (o meglio “non vicende”) di letto del filosofo. Ostile a Berlusconi e al berlusconismo, libertario nelle questioni di costume ma piuttosto forcaiolo nei temi legati alla corruzione politica, negli ultimi anni aveva nutrito qualche speranza nel Movimento 5 Stelle, restando peraltro assolutamente indipendente rispetto al grillismo militante.
Ecco un elenco dei suoi libri, elenco sfortunatamente destinato a interrompersi alla sua biografia da qualche mese nelle librerie.
Nerone. 2000 anni di calunnie (Mondadori 1993)
La Ragione aveva Torto? (Camunia 1985, ripubblicato da Marsilio Editore in edizione tascabile nel 2004)
Elogio della guerra (Mondadori 1989 e Marsilio 1999)
Il Conformista (Mondadori 1990)
Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (Mondadori 1996)
Il denaro, “sterco del demonio” (Marsilio 1998)
Dizionario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (Marsilio 2000)
Nietzsche. L’apolide dell’esistenza (Marsilio 2002)
Il vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’antimodernità (Marsilio 2003)
Sudditi. Manifesto contro la democrazia (Marsilio 2004)
Massimo Fini è Cyrano. Contro tutti i luoghi comuni (Con Eduardo Fiorillo; Francesca Roveda) (Marsilio 2005)
Il Ribelle dalla A alla Z (Marsilio 2006)
Ragazzo. Storia di una vecchiaia (autobiografia, Marsilio 2007)
Il Dio Thoth (Marsilio 2009)
Senz’anima, Italia 1980-2010 (Chiarelettere 2010)
Il Mullah Omar (Marsilio 2011)
La guerra democratica (Chiarelettere 2012)
Una vita. Un libro per tutti. O per nessuno (autobiografia, Marsilio 2015)
Adriano Scianca