Accordo Grecia-Unione EuropeaBruxelles, 23 feb – Ci sono volute tre riunioni, ma alla fine Atene è riuscita a convincere i partner europei. Terminano così gli incontri all’Eurogruppo costellati di scontri più o meno aperti, qualche sgambetto reciproco, mai però rischiando concretamente di non uscirne senza una stretta di mano.

La bozza dell’accordo prevede l’estensione dell’attuale piano di aiuti finanziari per altri quattro mesi. Nel frattempo, l’esecutivo di Tsipras dovrà sottoporre all’Unione Europea una serie di misure che andranno a modificare quelle del “Memorandum” in vigore da quando, nel 2012, fu varato il primo salvataggio del paese ellenico.

Ancora non si conosce nel dettaglio cosa  il governo andrà a fare nel concreto: le prime indiscrezioni parlando di nuove leggi sul lavoro, la ripresa delle privatizzazioni e altri interventi, per ora molto generici, su evasione e corruzione. Quel che è sicuro è invece che le riforme che la Grecia dovrà attuare saranno comunque soggette al vaglio di Ue, Bce e Fondo monetario. Tanto che alcune indicazioni di massima sarebbero già arrivate da parte dell’Ocse, che assumerebbe così il ruolo di mediatore fra Atene e la ex Troika.

Dal lato invece degli impegni fiscali, con il superamento del Memorandum firmato da Papandreu -e dal quale il successivo governo Samaras non si era distaccato- la Grecia non dovrà subire gli automatismi dell’aumento dell’Iva e di ulteriori tagli che sarebbero scattati a fine febbraio. Questo perché Atene ha chiesto di poter trattare sugli avanzi primari (saldo fra entrate e uscite dell’erario al netto degli interessi sul debito pubblico) di quest’anno e del prossimo, giudicati eccessivi, nonché incompatibili  con le promesse elettorali sulle quali Syriza ha fondato il suo successo.

La partita non è ancora chiusa, visto che l’estensione a termine concessa serve solo per guadagnare margine e addivenire così ad un accordo più ampio. “Il lavoro sull’estensione del programma greco può continuare. È importante che la Grecia onori i suoi impegni e presenti una lista completa di riforme”, ha infatti affermatoil vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Non è la fine dell’austerità, come trionfalmente annunciato da Tsipras, ma solo un altro modo per tenere il paese ancora sotto stretta osservazione.

Filippo Burla

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