Lo scopo è di consolidare le attività produttive esistenti (Ilva, Eni, Fincantieri ed altri) ed attrarre nuovi soggetti interessati all’area, puntando sulla creazione di un polo di eccellenza petrolchimico “verde e sostenibile”, sulla rivitalizzazione del settore energetico ed agroindustriale e sfruttando le competenze nell’ambito della finalizzazione dei prodotti semilavorati provenienti e diretti a differenti aree geografiche. I fondi destinati all’operazione –152 milioni di euro in tutto- saranno erogati, per i due terzi, dal ministero dello Sviluppo e sono frutto dei rimborsi effettuati da Alcoa, in relazione agli sconti energetici ottenuti nel 2009 e nel 2011, configurabili secondo la Commissione Europea come “aiuti di Stato”.
Il presidente dell’autorità portuale di Venezia Paolo Costa, sotto la cui responsabilità rientra l’area industriale di Marghera, spiega: “Oggi (ieri, ndr) è stato sancito, finalmente e concretamente, il percorso per la creazione della Porto Marghera di domani. Un accordo che esalta quell’unicum che, da sempre, ha fatto la fortuna di quest’area: il porto per l’industria e l’industria per il porto“.
A sua volta, il governatore del Veneto Luca Zaia, intervistato da Sebastiano Barisoni su Radio24, si è dichiarato estremamente soddisfatto dell’esito dell’operazione ed ha esortato il governo a procedere sulla strada intrapresa, con particolare riguardo all’industria manifatturiera nazionale. In particolare, osserva Zaia, il settore manifatturiero è oggetto, in Germania, di un processo di ri-nazionalizzazione, dovuto all’aumento dei costi di produzione all’estero.
In relazione a quanto sostenuto da Zaia, risulterebbe fondamentale per l’Italia anticipare, una volta tanto, i trend macroeconomici, puntando a rivitalizzare quei settori (manifatturiero e petrolchimico in primis) un tempo trainanti e fiore all’occhiello dell’Italia nel mondo.
Domenico Trovato