Roma, 22 gen – Atr, il gruppo italo-francese con base operativa in Italia, chiude un 2015 da record. Il produttore dei celebri turboelica da trasporto regionale modelli Atr 42 e Atr 72 registrerà infatti un +11% nel fatturato, che passerà da 1.8 a 2 miliardi di euro. Numeri che segnano un successo per la società paritetica Finmeccanica – Airbus, leader di mercato nel segmento e pressoché ultima produzione di velivoli rimasta tra i nostri confini, con distretti industriali dislocati fra Campania e Puglia.
Nell’anno in cui Atr ha ottenuto la preziosa certificazione per due nuove varianti dei suoi modelli, le consegne salgono da 83 a 88 e il portafoglio ordini si chiude con 260 aerei, capaci di assicurare almeno tre anni di operatività. Non si tratta tuttavia di ordini certi e sicuri: questi – con contratto già chiuso e sottoscritto – calano da 160 a 76, anche se le oltre 80 opzioni assicurano un buon margine. Oltre ai numeri, con la consegna dell’aereo numero 1500 nella storia di Atr ad una controllata di Japan Airlines, la società italo-francese è riuscita ad entrare anche nel mercato giapponese, che come tutta l’Asia promette buoni margini di crescita nel settore del trasporto locale.
“Sia i nuovi clienti sia quelli già acquisiti hanno riposto la loro fiducia in Atr, sottolineando l’enorme versatilità, la modernità e il livello di comfort degli Atr di ultima generazione”, ha sottolineato l’amministratore delegato Patrick De Castelbajac, illustrando i preliminari dell’anno scorso. Risultati che dovrebbero, secondo le previsioni e grazie anche al calo nel prezzo del petrolio (e i turboelica assicurano da parte loro anche minori consumi, sia pur con minori prestazioni, rispetto ai turbogetto) che incentiva le compagnie all’acquisto di nuovi mezzi, registrare il segno più anche nell’anno in corso.
Filippo Burla