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Banche centrali: è (praticamente) helicopter money ovunque, tranne che nell’eurozona

by Claudio Freschi
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Roma, 26 apr – Con la situazione economica che si sta rapidamente deteriorando a livello globale, sono in molti a richiedere a gran voce stimoli fiscali e politiche monetarie coraggiose e a volte anche poco ortodosse. Una delle misure di cui si parla più spesso nelle ultime settimane è l’ormai famosa “helicopter money“.

Cos’è l’helicopter money

L’espressione fu usata per la prima volta dall’economista americano Milton Friedman, che la usò per paragonare gli effetti di una espansione monetaria ad un elicottero che faceva piovere denaro dal cielo. Nel pensiero di Friedman la teoria dell’helicopter money consisteva nell’immissione di soldi nell’economia come qualcosa da usare quando i tassi di interesse erano a zero e qualsiasi altro stimolo monetario si era dimostrato inefficace. Era quindi esclusivamente pensata come uno strumento monetario a disposizione delle banche centrali, una misura una tantum per far tornare l’inflazione a livelli più consoni.

Friedman, uno dei fondatori della scuola economica di Chicago – tempio dell’ultraliberismo – e da sempre fiero oppositore di qualsiasi coinvolgimento dello Stato in economia, non si sarebbe certo immaginato che la sua espressione sarebbe poi stata usata, e a volte abusata, per definire una miriade di situazioni. Se infatti tra gli analisti vi è un generale consenso sul fatto che la teoria dell’helicopter money non preveda l’uso di veri elicotteri e che si basi sull’iniezione di denaro nell’economia, per tutto il resto il soggetto rimane fonte di divisioni e controversie: alcuni parlano di “stampare moneta”, altri di distribuire fisicamente denaro alle persone e altri ancora di fornire liquidità ai mercati finanziari attraverso misure come il quantitative easing.

Quasi tutti gli economisti associano l’helicopter money alla Teoria Monetaria Moderna o Mmt, ma anche in questo caso spesso si tende a forzare un pochino la mano. In effetti la Mmt non supporta né la distribuzione di denaro e tanto meno il quantitative easing come misure eccezionali, semplicemente sostiene che un governo con piena sovranità monetaria non deve avere né affrontare alcun vincolo finanziario, in quanto può emettere debito pubblico e creare moneta illimitatamente o meglio fino a quando il sistema è in grado di assorbirla.

Cosa stanno facendo le banche centrali

Indipendentemente dal nome che gli si voglia dare, è chiaro che un intervento delle banche centrali atto a finanziare tagli fiscali o aumenti della spesa pubblica diventa quantomai necessario per affrontare la drammatica crisi causata dalla pandemia di coronavirus.

Gli Stati Uniti hanno annunciato un pacchetto di salvataggio economico da 2mila miliardi di dollari (pari al 9,2% del Pil 2019) e verosimilmente la Federal Reserve aumenterà notevolmente il programma di acquisto di titoli di debito per evitare che il governo federale debba accedere ai mercati per finanziare le sue iniziative. Il sostegno fiscale sarà mirato alle famiglie che hanno visto diminuire in modo drastico i propri redditi e alle aziende che a causa della pandemia hanno visto i loro fatturati crollare, in modo da sostenere la domanda aggregata e allo stesso tempo salvaguardare i livelli di occupazione.

Allo stesso modo si muoverà il Regno Unito, che si prepara ad acquistare fino a 200 miliardi di sterline di titoli di stato, seguendo alla lettera le parole del Ministro delle Finanze britannico Rishi Sunak che ha usato, ancora una volta, l’espressione “whatever it takes” ovvero farà tutto il necessario per combattere la disoccupazione e per stimolare l’economia. Anche in questo caso il debito sarà acquistato direttamente dalla Bank of England per finanziare una colossale opera di sostegno a famiglie ed imprese, senza che il governo debba rivolgersi al mercato e ricordando ancora una volta quanto sia importante avere una Banca Centrale.

L’eccezione europea

In Europa c’è meno spazio per manovre fiscali, nonostante l’annuncio della Bce di un aumento degli acquisti di titoli del debito europeo, comprese le obbligazioni sovrane greche fino ad oggi escluse dai precedenti programmi, la manovra rimane insufficiente per coprire le esigenze di una economia allo stremo. Ciò che manca è una struttura centrale seria con poteri di bilancio indipendenti, per cui appare chiaro che nonostante le discussioni e le diverse posizioni il Meccanismo europeo di stabilità verrà considerata come l’arma principale con cui affrontare la situazione, con buona pace della sovranità politica delle singole nazioni.

L’unica soluzione sarebbe quella di lasciare ai singoli Stati la possibilità di introdurre stimoli fiscali importanti, ma questo significherebbe insignire la Bce della funzione di prestatore di ultima istanza – a modo suo una sorta di helicopter money – con l’acquisto diretto del debito delle varie nazioni. Ciò porterebbe a redistribuire il rischio fiscale tra gli Stati membri, obbligando le nazioni più forti di farsi carico dell’eventuale insolvenza dei paesi più deboli, cosa impossibile senza una modifica dei trattati esistenti che da un lato richiederebbe tempo e dall’altro non è nemmeno sicuro che si possa ad arrivare ad un accordo su questo tema.

Quello che è certo è che una volta superata l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, la spesa pubblica dovrà aumentare ovunque per far fronte all’eventualità di nuove crisi, resistendo a qualunque costo alla poco salubre idea che servano misure di austerità per ripagare i debiti contratti in questo triste periodo.

Claudio Freschi

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1 commento

Cesare 27 Aprile 2020 - 12:38

Concordo totalmente con l’autore.
Oggi le uniche che possono produrre dal nulla, a costo zero,esentasse(viene messo tra le passività la creazione e tra le attività i titoli acquistati!!) ed in forma del tutto privata la moneta sono le banche centrali(private!) e le banche.Con questo sistema indebitano senza fine gli stati e si comprano i beni della nazione(privatizzazioni) depredandoci senza fine.
Solo lo stato deve gestire la moneta e averne la proprietà e regolare l’economia per il bene del popolo.E’ la base del pensiero economico del fascismo ; Mussolini nel 1935 fece le banche pubbliche e nazionalizzo’ la Banca d’Italia(privatizzata nel 1992!) con cui si fecero enormi lavori pubblici grazie all’ assenza dell’ usura.Per questo ci fu un avversione totale delle plutocrazie e furono subito messe le sanzioni nel 1936 all’ Italia dalla societa delle nazioni(oggi ONU) controllata dalle elites della finanza con la scusa dei crimini nella guerra d’Etiopia. Ancora oggi l’avversione e la criminalizzazione del fascismo è spinto dai banchieri privati che sono terrorizzati che un popolo possa controllare la moneta

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