Il governo deve così correre ai ripari e allo studio ci sarebbero numerose ipotesi. Quella che per ora sembra riscuotere maggior apprezzamento è la revisione della soglia “critica”, fissando il tetto oltre il quale non vi sarà rivalutazione a 4 o 5 volte il minimo Inps 2011, vale a dire fra i 2mila e i 2mila e 500 euro lordi mensili. Così facendo, si ridurrebbero le somme da restituire a chi è stato colpito dai provvedimenti di blocco. Non è tuttavia escluso che la Consulta possa, visto il precedente, esprimersi negativamente -e non nell’immediato, ma fra qualche anno- anche su questo aggiustamento “in corsa”. Con l’effetto, quindi, di rinviare solamente il problema.
Seconda possibilità allo studio è invece quella di restituire integralmente quanto non versato a livello di integrazione per l’adeguamento inflazionistico, dilazionando il pagamento a rate nel tempo. Si ridurrebbe così l’impatto sulle finanze pubbliche, ma in ogni caso è a rischio il margine di quasi 2 miliardi che si pensava di usare per le esigenze di cassa. “I soldi vanno restituiti e possiamo dire addio al tesoretto“, ha commentato laconico il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
Filippo Burla
1 commento
Magari per far cassa si potrebbero andare a cercare gli evasori fiscali? no quelli sono i loro sostenitori e finanziatori….