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Borghi ci ripensa ancora: “Se non riusciamo a cambiare l’Ue meglio uscirne”

by Eugenio Palazzini
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Roma, 15 feb – “O riusciamo a cambiare” l’Unione Europea “o dovremo uscirne”. Claudio Borghi, responsabile economico della Lega e presidente della commissione Bilancio della Camera, non è la prima volta che si esprime così. In varie occasioni infatti, con toni sempre critici ma cambiando spesso idea sul da farsi, ha messo in discussione la struttura politica ed economica europea. Inizialmente però furono le sue posizioni nettamente contrarie a Bruxelles che attirarono l’attenzione dell’attuale ministro dell’Interno.

Nel 2014 Borghi animò il tour “Basta Euro”, con tanto di omonimo manuale sottotitolato “Come uscire dall’incubo”. La postfazione al libretto recava la firma di Matteo Salvini. Due anni dopo, ai microfoni di La7, il professore spiegava che era necessario “uscire dall’euro per industrializzare il Paese”. Poi la Lega, è storia nota e recente, si è riposizionata. Per non dire allineata a Bruxelles sul piano economico, lasciando da parte le barricate contro la moneta unica. Contrordine leghisti, dobbiamo cambiare l’Ue restando dentro. Più o meno quanto vanno dicendo tutte le forze parlamentari italiane dagli anni novanta. Nulla di nuovo insomma, fatta eccezione per qualche sparata a casaccio per non sembrare troppo blandi sul tema.

Per questo l’uscita odierna di Borghi non sembra troppo convincente, perché a ben vedere è soltanto una delle tante sparate poi parzialmente rettificate. “Penso che questa opportunità sia l’ultima. Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti ‘mandarini’ guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne. O riusciamo a cambiarla o dovremo uscirne”, ha dichiarato il responsabile economico della Lega a un dibattito organizzato dalla Cisl. Borghi ha poi aggiunto che il progetto dell’Unione Europea è “fallimentare e tossico per l’Italia”.

Non si capisce, dunque, per quale motivo dovremmo attendere di intossicarci ulteriormente anziché uscire subito da questo progetto. Per il professore però c’è sempre uno step da superare, in questo caso le elezioni europee. “Se l’ambiente rimane tossico, io dirò andiamone fuori”, ha specificato Borghi. Chiaro il riferimento al cambiamento radicale che auspica, ovvero la vittoria delle forze “sovraniste”, le uniche che potrebbero sul serio compiere lo strappo decisivo. Eppure, visti i continui ripensamenti, tipici di chi parte incendiario per finire pompiere, restiamo fortemente dubbiosi della reale volontà da parte della Lega di uscire dall’Ue.

Eugenio Palazzini

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Nicola Simone 16 Febbraio 2019 - 2:12

Certo non è semplice decidere bene, dico pure non mi va di essere sempre e comunque insultato non mi va di passare sempre di essere giudicato di chi non è molto meglio di noi, che vogliono che noi accettiamo tutto no questo non mi piace, ho si cambia ho non ci sto con questa dittatura autorizzata.. ( meglio restare soli che male accompagnati )
Nicola Simone.

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