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Calenda s’è svegliato: “Per 30 anni ho ripetuto le cazzate del liberismo”

by Eugenio Palazzini
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carlo calenda, europarlamentare

Roma, 4 ott – Meglio tardi che mai, anche se il mea culpa col senno di poi, quando cioè sei fuori dai giochi, può suonare come una facile furbata. Ma tant’è, Carlo Calenda pare essersi ravveduto. “Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico. Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per 30 anni. E poi dice che vincono i sovranisti…” E’ quanto dichiarato dal parlamento europeo, fuoriuscito recentemente dal Pd, durante una manifestazione sotto al Mise al fianco degli operai della ex-Embraco che chiedono chiarezza sul piano industriale della Ventures (italo-cino-istraeliani).

L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha ammesso candidamente che per anni lui e la gran parte della classe politica italiana, hanno straparlato a vanvera dei benefici del liberismo. Un sistema economico divenuto verbo insindacabile, tanto da essere strombazzato come unica possibile ricetta per il mondo attuale. “Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro. Per cui pensiamo che un operaio di cinquant’anni che ha passato la vita a fare impianti – ha tuonato Calenda – può andare a lavorare nell’economia delle app”.

Una “cacchiata” pazzesca

Poi l’europarlamentare ha tentato di aggiustare il tiro proponendo in modo assai criptico una ricetta tutta sua: “Bisogna ricentrarsi su un liberalismo di metodo. La democrazia liberale deve recuperare il pragmatismo. E se la società va meno veloce del progresso, la società salta per aria”. Dal liberismo al “liberalismo di metodo”, senza specificare esattamente cosa voglia intendere ma giusto per non osare troppo e ricalibrarsi su un vago economicamente corretto.

Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico. Quando Giavazzi e Alesina scrivevano sul Corriere che non bisognava salvaguardare il posto di lavoro ma il lavoro, io dicevo ‘oh che gran figata’. Poi quando ho avuto davanti l’operaio dell’Embraco ho capito che era una gran cacchiata”, ha detto ancora Calenda. Una cacchiata pazzesca.

Eugenio Palazzini

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3 comments

Citodacal 5 Ottobre 2019 - 12:25

Ha dovuto avere davanti l’operaio dell’Embraco, sennò non ci arrivava egualmente: gente che sa come riflettere e pensare davvero…

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ugo 5 Ottobre 2019 - 12:21

Mentitori di professione, indipendentemente dallo schieramento del momento. Attenzione: non intendo solo certi schieramenti, generalizzate pure fin dove per poco Il cor non si spaura e oltre. Non sbaglierete.

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Piccolo supereroe incompreso: perché Calenda non può ergersi a salvatore della Patria | Il Primato Nazionale 11 Luglio 2020 - 2:17

[…] per risollevare le sorti dell’Italietta. Si definisce economista o viene presentato come tale. Ogni tanto, di rado, una giusta la dice, sebbene sia semplice aver ragione cannoneggiando l’esecutivo in essere. Eppoi anche un orologio […]

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