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Cgia: a rischio 290mila imprese e quasi 2 milioni di lavoratori

by Salvatore Recupero
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Roma, 7 feb – La Cgia di Mestre, prendendo spunto da una recente ricerca dell’Istat, lancia l’allarme sul crollo del fatturato delle pmi. Secondo gli artigiani mestrini “sono 292 mila le aziende che si trovano in una situazione di seria difficoltà. Attività che danno lavoro a 1,9 milioni di addetti e producono un valore aggiunto che sfiora i 63 miliardi di euro”.

Il crollo del fatturato

Secondo lo studio della Cgia, in termini assoluti “la perdita di fatturato più importante ha interessato il commercio all’ingrosso (-44,3 miliardi di euro). Seguono il commercio/riparazione auto e moto (-26,8 miliardi), i bar e i ristoranti (-21,3 miliardi di euro), le attività artistiche, palestre, sale giochi, cinema e teatri (-18,3 miliardi), il commercio al dettaglio (-18,2 miliardi), gli alberghi (-13,9 miliardi), le agenzie di viaggio e i tour operator (-9,3 miliardi)”. Tutto il terziario è stato travolto dalla valanga dell’emergenza sanitaria. Soprattutto le attività che vivono grazie al turismo.

Facciamo qualche esempio. Se impediamo ai turisti di venire in Italia, molti negozi nelle vie del centro saranno costretti ad abbassare la serranda anche se si prolunga l’orario di chiusura. Rimanere aperti non conviene se le strade sono deserte. Per questo la crisi si è fatta sentire soprattutto nelle città d’arte. Lo stesso esempio si può applicare anche ad una città come Cortina. L’esempio non è casuale.

Il turismo legato allo sci sta vivendo un periodo nerissimo. La stagione 2020/2021 pare definitivamente compromessa. Ad esempio, nelle valli dove si svolgeranno i prossimi Mondiali di Sci (Cortina 2021), gli hotel registrano un calo del 90% del fatturato nel 2020 con prospettive simili per il primo semestre 2021. Difficilmente ci sarà un cambio di passo nei prossimi mesi. Per ora il blocco dei licenziamenti (prorogato fino al 30 marzo) ha evitato la macelleria sociale, ma cosa succederà nella prossima primavera?

La Cgia: “Lavoratori verso l’economia sommersa”

Come è stato detto l’Istat prevede che quasi due milioni di persone (1,9 milioni di lavoratori) potrebbero perdere il posto di lavoro per i motivi che abbiamo già sottolineato. L’Ufficio studi della Cgia sottolinea che: “Una parte di questi esuberi finirà ad ingrossare le fila dell’economia sommersa. Non saranno pochi, infatti, coloro che, dopo aver perso il posto in fabbrica o in ufficio, si rimboccheranno le maniche in qualsiasi modo”.

Per molti il lavoro in nero sarà l’unica alternativa all’elemosina. Chi avrebbe potuto aiutarli? Non i navigator (voluti da Di Maio) a cui a breve scadrà il contratto. E nemmeno i Centri per l’impiego che non hanno mai brillato per efficienza. La pandemia ha resettato le pmi ma rinvigorirà l’economia sommersa. Quest’ultima (insieme alla pensione della nonna) è l’unico efficace ammortizzatore sociale per milioni di italiani. Siamo messi male, ma consoliamoci: con Draghi le cose potrebbero andare peggio.

Salvatore Recupero

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