A segnalarlo è l’Istat, nelle sue rilevazioni periodiche. “Dopo il calo del mese di febbraio, a marzo 2015 gli occupati diminuiscono dello 0,3%”, spiegano dall’istituto di statistica, con il tasso di occupazione che scende al 55.5%. Numeri in negativo anche per quanto riguarda la disoccupazione, che cresce dell’1.6% su base mensile e dello 0.2% rispetto a marzo 2014. Il tasso dei senza lavoro raggiunge così la poco lusinghiera cifra del 13%, la più alta da novembre scorso.
I dati sono resi ancora più allarmanti dal fatto che è diminuito, su base sia mensile che annuale, il numero degli inattivi, coloro cioé che non lavorano né sono alla ricerca di un contratto. Sono il 36% del totale. I numeri positivi dell’autunno scorso erano da ascriversi proprio al loro andamento: diminuendo gli inattivi, spiegava l’Istat, aumentava il rapporto che conduce alla definizione del tasso di occupazione, anche in presenza di un contemporaneo e (solo apparentemente) inspiegabile aumento anche della disoccupazione. In questo caso, invece, diminuiscono gli inattivi e pure gli occupati.
Non sembra infine aver intrapreso una china diversa anche la dinamica della disoccupazione giovanile, che a marzo riprendere a correre con un +0.3% rispetto a febbraio, portandosi così al 43.1%.
Filippo Burla