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Cresce l’export italiano. Merito delle piccole e medie imprese

by Giuseppe Maneggio
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Aumenta il volume di affari delle Pmi. Coinvolte 243 mila PMI, “made in Italy” sempre più gettonato in Europa, Asia e Nord America.

Roma, 28 gen – L’economia italiana resta a galla grazie all’export e alla produttività delle piccole e medie imprese. E’ un recente studio di Confartigianato che ce lo conferma ed evidenzia come Pmi ed esportazioni siano sempre più legate a doppio filo.

Nel periodo tra gennaio e settembre del 2014, dai nostri confini sono usciti prodotti per un valore di 75,4 miliardi di euro, 2,4 miliardi in più rispetto al stesso periodo del 2013. Un incremento del 3,3%, che va ascritto al lavoro di oltre 243 mila imprese, espressione di un “made in Italy” sempre più apprezzato nel mondo. Qualità del lavoro, specializzazione delle maestranze, materie prime e gusto estetico si traducono in volume di mercato e garantiscono alle micro e piccole imprese il 26,7% dell’export complessivo nel settore manifatturiero.

Nella ricerca di Confartigianato emergono produzioni come il legno lavorato (+4,8%), produzioni in pelle (+4,4%), abbigliamento e il comparto alimentare. A Francia e Germania piace l’eccellenza italiana che da sole hanno acquistato merce per oltre 18 miliardi di euro. Ma le piccole e medie imprese italiane risultano attive anche verso la Spagna, i Paesi Bassi e la Polonia. Dati che assorbono in parte il grave danno delle sanzioni europee comminate alla Russia – sono 10 i punti percentuali in meno sul volume di affari delle Pmi italiane – e che stanno spostando il baricentro delle esportazioni verso l’Asia orientale e gli Stati Uniti.

Secondo il dettaglio fornito dall’associazione di categoria, è il nord Italia a trainare il treno, con Piemonte (+5.5%) e Veneto (+4.4%), in cima alla classifica. Le migliori performance, in assoluto, arrivano dalle Pmi delle province di Alessandria e Como.

Nello studio di Confartigianato c’è spazio anche per qualche critica nei confronti del governo. Giorgio Merletti, presidente dell’associazione e dell’idea che “per sostenere gli sforzi delle piccole imprese, ci aspettavamo un impegno più deciso del nostro esecutivo per far approvare la tutela del ’made in’ durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Abbiamo perso una grande occasione per valorizzare la manifattura italiana e i suoi ’ambasciatori’”.

Le Pmi italiane nonostante l’elevata tassazione, nonostante la soffocante situazione sulla stretta del credito bancario e con uno Stato che non paga i suoi debiti, in un contesto macroeconomico di netto svantaggio, riescono a mostrare significativi segni di vitalità. Il governo dovrebbe adesso concentrarsi sulla difesa delle nostre eccellenze dalle imitazioni e dalle speculazioni. Ma siamo anche certi che l’attuale esecutivo non lo farà.

Giuseppe Maneggio

 

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