Roma, 14 dic – Mentre la Commissione Europea, con la complicità del governo gialloverde, fa le pulci alla nostra manovra e alla pagliuzza degli zerovirgola del deficit italiano, una trave si aggira per l’Europa. E il suo nome, che tradisce indubbie origine dalle parti dei sedicenti “virtuosi”, è Deutsche Bank.
Da tempo le indiscrezioni sul colosso tedesco si sono intensificate. Non è un mistero che da anni le finanze di Deutsche Bank siano in crisi. Una crisi lunga, che poggia sulle fragili basi della speculazione e dei derivati. Tanto da arrivare perfino ad ipotizzare la nazionalizzazione. Nonostante i tagli – gli ultimi 7mila licenziamenti erano stati annunciati a maggio – la dirigenza del più importante istituto teutonico non sembra però aver riportato i conti in ordine. E nel corso degli ultimi giorni la situazione sembra perfino essere precipitata.
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A illustrarlo, sia pur sinteticamente, un grafico che compara l’andamento di borsa di Deutsche Bank e di Lehman Brothers negli istanti prima del drammatico crac. Twittato da un giornalista economico tedesco, mostra una sovrapposizione pressoché totale e che non fa dormire sonni per niente tranquilli a Berlino. Tanto da aver contribuito all’accelerata verso la fusione con l’altro colosso d’oltralpe, Commerzbank. Una fusione alla quale il governo tedesco sta lavorando da tempo, complice anche l’ennesimo scandalo riciclaggio in cui Deutsche Bank è stata coinvolta.
Ciliegina sulla torta, una curiosa coincidenza. Proprio in queste settimane, il fondo europeo “salva-Stati” ESM ha varato alcune modifiche statutarie per poter agire anche in sostegno delle banche in difficoltà. Che si prepari, con i nostri contributi, a intervenire proprio in soccorso di Deutsche Bank?
Filippo Burla
Deutsche Bank: una bomba finanziaria pronta a esplodere
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