Roma, 24 mag – Lo smantellamento delle tutele a favore dei lavoratori ormai è già a buon punto ma gli unici che non se ne stanno accorgendo sono quegli stessi sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori ad ogni costo.
Ieri, nel giorno in cui il Bundestag, in Germania, ha approvato in prima lettura il disegno di legge sulla “unità salariale” che ha lo scopo principale di limitare in modo estremo il potere dei piccoli sindacati, il premier Renzi in Italia si è lasciato andare ad una dichiarazione allarmante nel corso di un’intervista: “sogno un sindacato unico, senza più sigle e sigle”, che guarda caso è proprio l’obiettivo della legge tedesca che rende applicabile a tutti i dipendenti di un’azienda l’accordo economico concluso con il sindacato con più iscritti. In pratica verrebbero tagliati fuori, ex lege, tutti i sindacati fatta eccezione per il sindacato più rappresentativo, non riconoscendo ai sindacati “minori” persino il diritto di sciopero. Insomma, sarebbe il sogno di Renzi che si troverebbe a dover dialogare soltanto con una Cgil appiattita sulle sue posizioni. E infatti, a parte le solite prese di posizione fintamente scandalizzate, i sindacati confederali se ne sono stati buoni e tranquilli nonostante le inquietanti parole del presidente del consiglio.
E, cosa altrettanto grave, i sindacati se ne stanno buoni e tranquilli nonostante lo smantellamento delle garanzie a favore dei lavoratori che vengono completamente eliminate mediante il Jobs Act e con i provvedimenti ad essi collegati. L’ultimo atto in tal senso in ordine di tempo sarebbe la previsione, nel decreto legislativo attuativo del Jobs Act, della possibilità per le imprese di effettuare controlli a distanza sui lavoratori tramite gli stumenti informatici di lavoro – telefoni aziendali, tablet e PC – senza dover raggiungere accordi sindacali o rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro, bensì soltanto consegnando preventivamente un documento di politica aziendale al dipendente e con l’unico, flebile, limite da rispettare della privacy. E, naturalmente, i dati acquisiti saranno utilizzabili a qualsiasi fine, compreso l’utilizzo per scopi disciplinari.
Insomma, in appena un anno l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori è stato completamente depotenziato con il contratto a tutele crescenti, adesso si sta autorizzando le imprese ad un controllo estremamente invasivo nella vita del lavoratore che va ben al di là della tutela della sicurezza e del patrimonio aziendale, stiamo già assistendo alle prime dichiarazioni del capo del governo che fanno presagire che presto l’esecutivo punterà all’unità sindacale su base legislativa e non su base volontaria delle singole organizzazioni del lavoratori. E tutto questo nel silenzio complice dei sindacati e dei partiti d’opposizione.
Walter Parisi
1 commento
E’ disumano. Il lavoratore non è più una risorsa, ma uno schiavo senza diritti pronto ad essere sostituito alla prima occasione. Si capisce ora la necessità dell’immigrazione, cioè forza lavoro a basso costo.