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Elemosine ai lavoratori: stipendi più alti di 14 euro

by Francesco Corrieri
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Roma, 18 ott- La legge di stabilità varata dal governo Letta ha previsto un taglio del cuneo fiscale di 2,5 miliardi e un incremento delle detrazioni in busta paga per 1,5 miliardi. Tradotto in soldoni significa  aumento degli stipendi  di circa 14 euro al mese per una fascia di reddito fino ai 15.000 euro annui e di 13 euro per coloro i quali guadagnano dai 15.000 ai 20.000 euro, ovvero la maggioranza degli italiani. Numeri che si vanno ad appiattire, divenendo praticamente nulli, non solo per i redditi più alti sopra i 50.000 euro, ma anche per i cosiddetti “incapienti”, i circa 4 milioni di italiani cioè che percepiscono meno di 8.000 euro all’anno e che rimarranno esclusi dalla manovra.

Cifre che lasciano scontenti tutti. I sindacati, parole di Proietti della Uil, lo hanno definito «un taglio finto» e «trascurabile», ben distante dal range dei 25-30 euro al mese di aumento salariale che invece chiedevano con forza. Ancora più pesante ci è andato giù Yoram Gutgeld, deputato del Pd, renziano di ferro, che a precisa domanda risponde così:  «Che ne penso di questa Legge di stabilità? Se mi concede una battuta, dico che è così stabile, soffice ed equilibrata che praticamente è come se non fosse mai stata fatta, come se non esistesse». 

Gutgeld argomenta la sua critica sottolineando come «Prodi e Monti non sono riusciti a stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro dando rispettivamente 7 e 4 miliardi alle imprese e mi sembra ottimistico che con 2,5 miliardi si possa generare un percorso virtuoso. Sarebbe stato meglio concentrare le risorse sulle buste paga e mettere più euro nelle tasche dei lavoratori: servono cento euro al mese in più, non dieci euro all’anno».

Del resto come dargli torto. Servono misure per sostenere concretamente

il potere d’acquisto dei salari, serve un aumento concreto della busta paga che non assomigli a una elemosina.

Serve ben più di poter scegliere ogni mese se regalarsi  8 litri di benzina,  due pacchetti e mezzo di sigarette o tre gratta e vinci, che è più o meno il valore in beni reali di questi 14 euro di aumento.

Serve magari riprendere in mano l’idea tremontiana di pagare direttamente in busta paga il tfr maturato mensilmente dal dipendente.

Comunque dell’entità ridotta dell’aumento

, che verrebbe erogato in un’unica soluzione al fine di aumentarne la percezione effettiva per il lavoratore, persino il Governo che l’ha voluto se ne è accorto. Per questo al vaglio c’è anche la possibilità di aumentare l’importo dei bonus di anno in anno nell’ambito di un programma triennale, in linea con l’andamento della spending review.

 

Francesco Corrieri

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