San Donato Milanese (Mi), 22 ott – Eni mette in vendita Versalis: le voci si stanno rincorrendo da qualche giorno e, sembra, abbiano trovato più di qualche conferma. Anche se per ora dalla società non arriva alcun commento a riguardo.
Versalis verso la cessione?
Eni sembra essere pronta a fare il passo per abbandonare il settore della chimica. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il cane a sei zampe avrebbe già preso contatti con Barclays Plc per curare la dismissione di Versalis (fu EniChem, poi Syndial), la controllata operante nell’ambito della chimica di base e delle plastiche.
Versalis ha appena concluso un lungo piano di risanamento e riposizionamento nello schacchiere internazionale. Tre mesi fa ha annunciato il ritorno all’utile operativo per 95 milioni di euro nel primo semestre 2015. Versalis controlla, fra le altre cose, anche lo storico sito di Marghera che ha di recente annunciato la continuità produttiva per tutto il 2016 grazie ad un contesto di mercato molto favorevole.
Eni, Saipem, Versalis: vendita o smantellamento?
Secondo Bloomberg, Eni potrebbe ricavare dalla cessione fino ad un miliardo di euro. La strategia rientra nel più ampio piano della società fondata da Enrico Mattei di concentrarsi sul core business dell’esplorazione e coltivazione di giacimenti, che anche di recente ha dato ottimi risultati.
In questo quadro va inserita – al netto dell’obbligo imposto dall’Ue e su cui Monti si è all’epoca totalmente appiattito – la cessione a Cassa Depositi e Prestiti di Snam, la società di gestione della capillare rete italiana di gasdotti. Il disimpegno da una Versalis riportata alla redditività segue di conseguenza.
Ciò che risulta tuttavia strano è la scelta di far uscire dal perimetro aziendale anche Saipem, tema che secondo il presidente della Consob Giuseppe Vegas “sarà affrontato in tempi molto rapidi”. Il problema è che Saipem – Società azionaria italiana perforazioni e montaggi – di tutte quelle attività infrastrutturali specializzate nell’ambito della ricerca degli idrocarburi. E’ vero che il contesto di prezzi bassi del greggio ha fortemente ridotto le trivellazioni un po’ dappertutto e Saipem non lavora solo con Eni ma su appalti ovunque nel mondo. E’ altrettanto vero, però, che se Eni davvero vuole focalizzarsi sul core business, allora non si spiega la logica di dismettere una realtà di esperienza, capacità e competenze utili a svolgere con profitto le prospezioni di ricerca.
Messa così, anche la ventilata cessione di Versalis assume allora una luce del tutto diversa. E punta dritto verso uno smantellamento di Eni, uno spezzatino all’epoca richiesto da più parti “di mercato”. A spingere era soprattutto il fondo Knight Vinke, ma Scaroni opponeva secchi rifiuti per non minare la compattezza aziendale. Ma adesso, dopo il benservito di Renzi nonostante l’impeccabile gestione, Scaroni non c’è più.
Filippo Burla