Roma, 4 mar – La grancassa mediatica non ha perso la ghiotta occasione per ritornare, dopo alcune (sorprendenti, da un certo punto di vista) critiche nei confronti dell’immobilismo di Bruxelles, a tessere le lodi dell’Unione Europea. Non che sia servito molto, in realtà: è bastato l’annuncio del lancio del programma Sure per far ritornare quasi tutti sulla retta via.
Come funziona Sure
Acronimo di Support to mitigate Unemployment Risks in Emergency, il programma Sure è pensato per sostenere gli Stati nell’erogazione di sostegni a protezione di imprese e lavoratori. A fronte di una dotazione di garanzie per 25 miliardi, promette di mobilitarne (tramite l’emissione di obbligazioni a rating tripla A) quattro volte tanto al fine di affiancare le finanze pubbliche dei membri dell’Ue chiamati ad affrontare spese impreviste per garantire i livelli occupazioni nel mezzo dell’epidemia di coronavirus con le aziende chiuse o la cui attività è fortemente ridimensionata.
Sure non rappresenta quindi uno strumento autenticamente “europeo”. Anzitutto perché è una misura di mero complemento, di assistenza finanziaria: non proprio uno schema di tutela del lavoro con tutti i crismi del caso. Tanto più che i 25 miliardi di garanzie vengono richieste agli Stati, sia pur su base volontaria: siamo dunque noi i primi a contribuire al programma, secondo un approccio che vedrà le nazioni partecipare presumibilmente pro-quota per ricevere le somme solo in un successivo momento. Risorse che, in ultimo, saranno accredite sotto forma di prestito: a lungo termine, ma sempre di debito pubblico aggiuntivo si tratta.
Il cugino brutto del Mes
Debito pubblico, peraltro, della peggior specie. Si tratta infatti, spiega l’analista di Kairos Alessandro Fugnoli, di “un ennesimo credito dal centro agli stati membri, che un giorno dovranno restituire tutto fino all’ultimo centesimo. Non è certo così che funzionano i sussidi di disoccupazione federali in America, erogati a fondo perduto e distribuiti in questi giorni ai sei milioni di nuovi disoccupati creati nelle ultime due settimane dalla crisi”. E neanche – aggiungiamo – è così che funziona la nostra cassa integrazione, che si vedrebbe “finanziata” da uno strumento decisamente fuori fase rispetto allo scopo. E senza nemmeno una dotazione sufficiente, dato che – è scritto a chiare lettere nella bozza di lavoro della Commissione – nessuno Stato potrà attingere a più del 10%: insomma, mettiamo una manciata di miliardi (a testa) a garanzia per ottenerne al massimo 10. Non un centesimo di più. E pure in prestito.
Prestito che, da parte sua, non sarà mai offerto gratis et amore dei. La situazione di emergenza non tragga in inganno: il Sure si basa infatti esplicitamente sull’articolo 122 del Tfue, il quale sancisce che qualsiasi dispositivo di assistenza finanziaria può essere concesso solo “a determinate condizioni”. Ecco che ritorna il tema della condizionalità – ricorda niente? – che di ogni strumento comunitario è trama costante imprescindibile, un “vero e proprio meta-principio del diritto dell’UE”, come spiegano i giuristi Marco Dani e Agustín José Menéndez.
Quali sarebbero le condizionalità, in questo caso? Difficile dirlo con certezza dato che il Sure è, al momento, solo una bozza in fieri. Dato che si parla di mercato del lavoro, tuttavia, è lecito pensare che proprio qui possa andare a parare. Si tratta d’altronde di un vecchio pallino dell’Ue, che da tempo – almeno dalla lettera Draghi-Trichet del 2011 nella quale veniva chiesta la revisione dei meccanismi di regolazione, nonché del sistema di contrattazione colletiva, oltre a “suggerire” alleggerimenti delle norme su assunzioni e licenziamenti poi pienamente recepite con il Jobs Act – e con la scusa di “efficientarlo” il spinge forte per una sua continua e sempre maggiore liberalizzazione. L’ennesima picconata a quel che resta del nostro Stato sociale.
Filippo Burla
10 comments
Prepariamoci ad una bella patrimoniale trattenuta direttamente sui conti correnti.
Mitigare l’ inc….a. Ci hanno preso l’ abitudine!
MINIBOT…
subito.
e,megaditone alla ue,
ma prima alla merdel,al macrò,al rhott in telkul
alla bce e alla troika
[…] fronte ad una forma di “aiuto” – virgolette d’obbligo, visto che si tratta di un prestito, al pari ad esempio del Sure – assolutamente inconsistente, a fronte del quale rischiamo di vincolarci per 5 o 10 anni […]
[…] (Mes) pour les gouvernements, 200 de la banque communautaire BEI pour les entreprises et 100 de la Projet sûr anti-chômage. mais L’Italie, la France, l’Espagne et d’autres pays de l’UE estiment que […]
[…] le pic de l’urgence qui s’est écoulée depuis longtemps. Il y a aussi le Sûr, le fonds contre le chômage dans la curieuse formule de ressources qui atteindra évidemment les États membres en prêt. Il y […]
[…] che arriveranno, presumibilmente, a picco dell’emergenza ormai passato da un pezzo. C’è anche il Sure, il fondo contro la disoccupazione nella curiosa formula di risorse che arriveranno agli Stati membri ovviamente… in prestito. […]
[…] 28 lug – La somme erogate nell’ambito del Recovery Fund (ma anche del Sure)? Rappresentano un credito privilegiato. A spiegarlo il ministro dell’Economia, Roberto […]
[…] 26 set – Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato ieri il via libera, nell’ambito del programma Sure – Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, ad un sostegno finanziario pari a 87,4 […]
[…] https://www.ilprimatonazionale.it//economia/ennesimo-cappio-sure-soldi-prestito-contro-disoccupazione… […]