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Un enorme gasdotto che collega Catalogna e Toscana: cosa sappiamo del nuovo progetto europeo

by Eugenio Palazzini
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Roma, 26 mag – “Qualcosa si muove a Bruxelles. Nel pieno della crisi energetica e consapevole che, in queste circostanze, la Spagna ha un gioiello – considerati i sei rigassificatori attivi, il numero più alto di qualsiasi Paese del continente -, ma poco interconnesso con il resto dell’Ue, la Commissione europea parla chiaramente per la prima volta della possibilità di scommettere su un gasdotto che colleghi la Penisola Iberica con l’Italia”. Così il quotidiano spagnolo El Pais presenta, con tono entusiastico, il piano sul nuovo gasdotto tra Catalogna e Toscana inserito nel REPower EU, strategia dell’Unione europea che punta ad alleviare la crisi energetica in atto e a lungo termine rendere indipendente il vecchio continente dal gas russo.

Il maxi gasdotto che collega Catalogna e Toscana

Il progetto prevede la costruzione di un gasdotto di oltre 700 chilometri che collegherebbe la Catalogna alla Toscana, rifornendo l’Italia di Gnl. Secondo El Pais “richiederebbe un investimento compreso tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro, e da uno a due anni per essere completato“. Discreto investimento insomma, ma senz’altro non enorme considerate le potenzialità (sulla carta) di questo gasdotto. Tempi neanche troppo lunghi, per quanto ovviamente non consentano di risolvere nell’immediato il problema energetico. Non si tratta neppure del primo progetto di questo tipo, se consideriamo che il governo spagnolo da anni punta a sfruttare il più possibile i suoi 6 rigassificatori.

In passato, non a caso, la Spagna aveva proposto a Francia e Ue il piano Midcat, ovvero la costruzione di un altro gasdotto che avrebbe collegato Catalogna e Carcassone, attraversando i Pirenei. Progetto accantonato nel 2019 a causa soprattutto dello scarso interesse francese. Accantonato ma non del tutto abbandonato. Anzi, a quanto si legge in un allegato del REPower Eu potrebbe tornare in auge proprio adesso, considerate le problematicità emerse con il gas russo per via della guerra in Ucraina. “Ulteriori investimenti per collegare i terminali di importazione di gnl nella penisola iberica e la rete dell’Ue attraverso infrastrutture pronte per l’idrogeno possono contribuire ulteriormente a diversificare l’approvvigionamento di gas nel mercato interno e contribuire a sfruttare il potenziale a lungo termine dell’idrogeno rinnovabile”, spiega l’Ue.

Chi paga?

Nel documento Ue è spuntata intanto una mappa che mostra il nuovo gasdotto che collega Catalogna e Toscana.

“Di fronte al collegamento attraverso i Pirenei, il gasdotto tra Barcellona e Livorno si presenta come una seconda alternativa di emergenza per poter rifornire sia l’Italia che il centro e nord Europa – fa presente El Pais – Roma ha lottato con forza per la sua inclusione, vista l’elevata dipendenza dell’Italia dal gas russo”. Nel frattempo, quindici giorni fa, la spagnola Enagás e la l’italiana Snam, hanno firmato un protocollo d’intesa per esplorare la fattibilità del piano. Ma chi paga? Sempre secondo El Pais, i fondi specifici dovrebbero arrivare direttamente dall’Ue, ma anche da Italia e Germania, come noto tra le nazioni europee maggiormente dipendenti dal gas russo.

Eugenio Palazzini

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