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I Btp non rendono più. Finita la speculazione, è l’economia reale nel mirino

by La Redazione
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Btp titoli di statoRoma, 30 dic Nuovo minimo storico, in questo mese, per i rendimenti decennali dei Btp. Il Tesoro ha collocato infatti 7,34 miliardi di debito contro un’offerta massima di 7,5 miliardi, con un tasso di rendimento per la prima volta inferiore al 2%, ossia sceso fino all’1.89%. In sintesi, chi scommette oggi sul debito italiano guadagnerà assai meno rispetto al periodo di fuoco 2011-2012, momento nel quale con lo spread oltre i 500 punti e i titoloni dei quotidiani, banche e speculatori ottenevano dallo Stato italiano rendimenti da favola.

Con questa ultima asta il debito nostrano sembra rientrare fra le normali attività sui debiti sovrani considerati affidabili. Si conferma così quel percorso più volte denunciato da questo giornale e già applicato in Grecia: se la speculazione sui titoli di Stato è servita a rastrellare liquidità a debito e ad installare governi compiacenti verso le esigenze dei mercati, oggi la riforma del mercato del lavoro, del sistema pensionistico, e la cessione delle ultime industrie strategiche nazionali, rappresentano il sacco dell’economia reale e la trasformazione del nostro tessuto produttivo e sociale nell’ennesimo scenario adatto alle esigenze dell’economia globale.

Ricordiamo l’ultimo declassamento italiano di Standard & Poor’s: l’agenzia Usa degradava i nostri titoli di debito a BBB-, cioè quasi a livello “spazzatura”. Questi titoli, dunque, così rischiosi, sarebbero dovuti arrivare sul mercato con rendimenti altissimi seguendo le logiche di rischio, a loro volta confermate da dati macroeconomici in costante caduta libera. Così non è stato in quest’ultima asta di Btp. Infatti il messaggio di S&P restava volutamente contraddittorio: declassava il nostro debito a livelli africani, pur mantenendo un outlook (una prospettiva) positivo. In soldoni, l’agenzia di rating certificava la fine della nostra sovranità economica: la pressione sul debito come minaccia costante, l’economia reale nel mirino, l’austerity e l’impoverimento nazionale come obiettivo ultimo.

Giacomo Petrella

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