Berlino, 13 nov – La Germania si è inceppata? A vedere i dati relativi al terzo trimestre di quest’anno, sembra che la locomotiva d’Europa abbia dato una decisa frenata al suo motore diesel.
La Germania frena
Nel periodo luglio-settembre, il prodotto interno lordo è cresciuto di un debole +0.3%, dopo che nei tre mesi precedenti aveva fatto registrare un altrettanto scarso +0.4%. Meglio i dati su base annuale, che mostrano un più lusinghiero +1.8%.
La prospettiva di medio termine non è comunque positiva per un paese abituato a ben altre cifre: a fronte dell’aumento dei consumi privati, spiegano infatti dal Destat, l’istituto di statistica, risultano in diminuzione gli investimenti in macchinari e attrezzature.
Pesa il calo della domanda estera
Buona parte della mancata crescita della Germania è dovuta al fatto che l’aumento della domanda interna non è riuscita a compensare il rilevante calo di quella estera. “Secondo le stime preliminari – scrivono sempre i tecnici del Destat – la crescita è stata penalizzata dal commercio estero, perché le importazioni sono cresciute molto più intensamente che l’export”.
Una dinamica preoccupante, se si pensa che la costruzione della moneta unica – con l’euro svalutato rispetto al fu marco – ha spinto l’acceleratore della Germania proprio grazie alla possibilità di sfruttare la domanda degli altri paesi dell’eurozona. Ancora più preoccupante considerando che lo scandalo Volkswagen è esploso solo nella seconda metà di settembre e, quindi, i suoi effetti ancora non sono stati recepiti nei dati ufficiali di contabilità nazionale.
Filippo Burla