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Gamestop, ovvero la fine del mito della “razionalità dei mercati”

by Filippo Burla
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Gamestop, azioni

Roma, 28 gen – Piccoli investitori all’assalto di Wall Street. Sembra il titolo di un film, ma è quello che è accaduto (e che sta accadendo) attorno alle azioni di Gamestop. Come, per rimanere dalle parti della settima arte, nella celebre pellicola natalizia “Una poltrona per due“, ma questa volta è tutto vero. Assestando un colpo micidiale al mito (ammesso che qualcuno vi abbia mai seriamente creduto) della sedicente “razionalità dei mercati”.

Cos’è successo alle azioni Gamestop

Gamestop è una catena di negozi specializzata – come il nome suggerisce – nella vendita di videogiochi. Fondata nel 1984 negli Stati Uniti, si è poi espansa con quasi 6mila punti vendita in numerose altre nazioni.

Fino a meno di un decennio fa leader nel settore, così come già accaduto per Blockbuster (che ha chiuso i battenti nel 2013), negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare la sempre più serrata concorrenza del digitale. Con i videogiochi in vendita sulle piattaforme di download, il supporto fisico è destinato ad essere soppiantato dal formato immateriale. Ne consegue una crisi che dura ormai qualche tempo.

Il futuro di Gamestop, insomma, sembrava segnato. Non però quelle delle sue azioni, quotate sul Nasdaq, finite nel mirino degli utenti del social network Reddit. Questi, con un semplice passaparola, hanno spinto al rialzo i corsi di borsa della società. Innescando una spirale che li ha portati a sfiorare i 500 dollari, in un turbinio di saliscendi che non sembra al momento avere ancora fine. Giusto per capirci: quando Gamestop dominava il comparto a fatica superava i 60 dollari ad azione.

L’obiettivo – raggiunto – era quello di concertare un’azione contro fondi d’investimento che, fiutando le difficoltà di Gamestop, avevano scommesso sul suo continuo ribasso. L’azione contraria li ha letteralmente affossati, causandogli perdite miliardarie. Davide che sconfigge Golia? Più Robin Hood, come il nome della piattaforma di trading da cui sono partiti buona parte degli ordini di acquisto. E che successivamente, senza particolari spiegazioni, sembra aver bloccato la possibilità di negoziare i titoli. Insomma, il mercato va bene solo quando i grandi fondi speculativi guadagnano? In caso contrario arriva la cavalleria.

Un motore che gira a vuoto ma ci giudica ogni giorno

Fin qui la cronaca. Potrebbe quasi sembrare il racconto delle vicissitudini un circolo ricreativo per ricchi senza di meglio da fare. Infastiditi per una volta da una truppa di piccoli, ma ben organizzati. Divertente quanto indice di un sempre maggiore distacco del mondo della finanza dalla realtà. Un motore che letteralmente gira a vuoto. Mettendo l’ennesima – ma sicuramente non l’ultima – parola fine all’infinita retorica che vorrebbe i mercati capaci di autoregolarsi e trovare nell’elemento “prezzo” il punto di caduta ottimale. Garantito il quale, insomma, tutto il resto si collocherebbe in una situazione di equilibrio. Quasi un ottimo paretiano, per gli amanti della teoria dei giochi.

Così, evidentemente, non è. Fosse solo un diletto per pochi, assisteremmo facendoci qualche risata sulle disgrazie altrui. Peccato che quello attorno a Gamestop sia lo stesso identico meccanismo che da qualche decennio pretende di giudicare i conti pubblici. Per noi almeno dal 1981, quando con il divorzio Tesoro – Banca d’Italia venne deciso di dare ai mercati l’ultima parola sul finanziamento delle esigenze del bilancio statale. Proprio quei mercati che vivono di reazioni uterine e che si fanno prendere dal panico, che è l’esatto contrario della razionalità, in un batter d’occhi. Quegli stessi mercati cui nel 2011 bastò un ordine (per quanto grande) di vendita sui Btp – anch’essa apparentemente concertata, dato che partì quasi in contemporanea da due “market maker” come Deutsche Bank e Goldman Sachs – per innescare la crisi dello spread, poi rientrata nonostante nel frattempo i nostri fondamentali economici fossero letteralmente colati a picco. E’ il libero mercato, bellezza.

Filippo Burla

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5 comments

Gamestop, ovvero la fine del mito della “razionalità dei mercati” - 28 Gennaio 2021 - 8:24

[…] Gamestop, ovvero la fine del mito della “razionalità dei mercati” proviene da Il Primato […]

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Sergio Pacillo 29 Gennaio 2021 - 8:28

È la fine della razionalità dei mercati ?
No.
È la fine della razionalità e basta.

Reply
Demetrio merlo 29 Gennaio 2021 - 9:36

Ottimo ragazzi.. Reazione uterine.. Parliamo correttamente in italiano.. La capacità di andare in panico quando si evidenziano dei problemi e tipico del genere soggetto ai cicli mestruali.. Dare le aziende in mano alle donne e la più grande cazzata che di possa fare.. Onore a Benito Mussolini.

Reply
jenablindata 29 Gennaio 2021 - 10:53

i pescecani della finanza io li ODIO,letteralmente:
spero che LI ABBIANO ROVINATI,quei bastardi….
e spero che questo metodo
usato dai piccoli risparmiatori uniti per stangarne un pò,
prenda sempre più piede.

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