“La ripresa dovrebbe continuare, ma i rischi sono significativi”, spiegano i tecnici del Fondo, sottolineando come non sia proprio tutto merito dell’Italia se abbiamo il segno più davanti ai conti nazionali: il prodotto potrebbe infatti crescere ancora nel breve periodo, ma questo principalmente “grazie ad una più forte ripresa europea”. Se questa ripresa non dovesse consolidarsi, i rischi di una revisione al ribasso sono “significativi, legati tra gli altri elementi alle fragilità finanziarie, alle incertezze politiche, a possibili battute d’arresto nel processo di riforme e ad una rivalutazione dei rischi sul credito nel corso di normalizzazione della politica monetaria”, si legge sempre nel rapporto del Fmi.
Fra le altre problematiche, il sempiterno debito pubblico – a proposito: senza un Pil che cresca di misura oltre il costo del debito (attualmente attorno al 3%, un po’ in discesa grazie al bazooka monetario di Draghi) il percorso di riduzione di quest’ultimo sarà sempre irto di difficoltà – la mancanza di lavoro e, di converso, di redditi disponibili. “Il reddito reale pro capite dovrebbe ritornare ai livelli pre-crisi solo tra parecchi anni a partire da adesso”, spiegano sempre dal Fmi, evidenziando come questa pessima dinamica sia caduta “in modo sproporzionato sulle generazioni più giovani”.
Filippo Burla
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