Berlino, 21 set – Lavorare per un euro all’ora? Nella locomotiva d’Europa si può, soprattutto se si è rifiugiati.
La singolare e preoccupante vicenda, riportata da Bloomberg, arriva da Pfungstadt, cittadina di 25mila abitanti dell’Assia a 40 km da Francoforte. Proprio qui è arrivato, dopo aver speso 6mila dollari e transitando anche dall’Italia un 26enne proveniente dalla Siria, Anas Al-Asadi.
“Me ne stavo lì a dormire, mangiare, far nulla. Per cui ho chiesto se potevo rendermi utile in qualche modo”, spiega il giovane. Detto, fatto: tramite un programma comunale – dato che all’epoca era ancora richiedente asilo e quindi non aveva la possibilità di essere assunto da una società privata – Al-Asadi ha cominciato a lavorare in un centro giovani della municipalità, pulendo i locali e sistemando libri. Lo stipendio? Un euro all’ora.
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La storia del giovane siriano, che prima di emigrare svolgeva la professione di avvocato – l’etichetta di “disperato” non sembra quindi calzare, almeno in questo caso – non è però l’unica del suo genere. Funzionari del comune, dove sono presenti altri 100-150 rifugiati, spiegano che mettere queste persone al lavoro è il modo migliore per integrarli. Sempre ad un euro all’ora, ca va sans dire. Fino ad oggi sono già 15 le persone passate attraverso questi programmi, mentre molte altre città stanno già guardando all’esempio di Pfungstadt per replicare l’idea sul loro territorio.
Roberto Derta
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