Roma, 22 lug – Erano quasi 7 miliardi nel 2007. Sono diventati 5.5 nel 2013. La crisi morde anche il sempreverde āsettoreā dellāimmigrazione, segnando un importante calo nellāammontare che ogni anno prende la via dellāestero. I dati registrati dalla fondazione Leone Moressa, organo della Cgia di Mestre, rilevano anche una netta riduzione della somma media inviata ogni anno in madrepatria: sempre nel 2007 si attestava a 2000 euro procapite, quasi il doppio rispetto ai 1250 a testa dello scorso anno.
Nonostante il calo generalizzato e che tocca il -20%, la situazione ĆØ in ogni caso non ĆØ invidiabile. Men che meno una risorsa. Per almeno tre motivi.
Ammesso anzitutto che sullāammontare in oggetto siano state pagate tutte le tasse correnti e nellāipotesi, sulla quale ĆØ lecito nutrire più di qualche dubbio, che non vi siano canali alternativi e per questo non āpresidiatiā dalle statistiche ufficiale, si tratta in ogni caso di somme che verrebbero plausibilmente ad essere re-immesse nel circuito economico nazionale: investimenti, spese e acquisti che, banalmente, sfumano perchĆ© i miliardi (ricchezza prodotta in Italia) sono giĆ -legittimamente- transitati oltreconfine.
Eā vero, in secondo luogo, che le rimesse sono un importante strumento indiretto di cooperazione allo sviluppo. Risulta però essere difficilmente sostenibile sul lungo termine una situazione per la quale intere nazioni campino sulla generositĆ dei propri concittadini espatriati. Il caso del Kosovo, il cui Pil ufficiale ĆØ per il 10-15% dipendente dal trasferimento di denaro dallāestero, ĆØ sƬ caso-limite ma allo stesso tempo significativo.
E non vale, in ultimo, lāosservazione che accosta alle rimesse quelli che sono i redditi prodotti dagli italiani allāestero: fra i 5.5 miliardi delle prime e i meno di 500 milioni dei secondi, il confronto ĆØ del tutto impari. Ā Allo stesso modo, fa acqua da tutte le parti il confronto con i più di 6 miliardi di Irpef versati dai lavoratori immigrati: si tratta infatti di imposte che verrebbero pagate da chiunque occupasse la posizione che impone il versamento di questi contributi. Italiani compresi.
Filippo Burla
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