Roma, 17 gen – Oltre 3.6 milioni di italiani, corrispondenti al 14.2% della forza lavoro, sarebbero disponibili per un impiego, ma non lo cercano. Sono i cosiddetti scoraggiati, persone inattive che potrebbero lavorare ma senza alcuna fiducia nel successo della ricerca di un’occupazione.
Secondo le rilevazioni condotte da Eurostat, la tendenza ad incrementare le fila di questa categoria è in continuo aumento. Nel solo ultimo trimestre, rispetto all’anno precedente si registra in Italia un +1.1%. Più di cinque volte l’aumento medio dell’Europa a 28, che si ferma al +0.2% sempre su base tendenziale. Proprio il confronto con l’Europa rende le statistiche più impietose: il dato nazionale supera di tre volte la media Ue, che si attesta al 4.1% complessivo
Il numero di lavoratori scoraggiati è un indice simile ma non perfettamente sovrapponibile a quello della disoccupazione. A conti fatti, il numero di non impiegati viene ad essere rimpolpato. Anche in ambito di chi cerca lavoro senza trovarlo, come già rilevato dall’Istat, facciamo peggio rispetto all’Europa: 13.4 contro il 10% (11.5% invece l’eurozona).
Scendendo più nel dettaglio, l’Italia sembra essere spaccata in due. Se infatti al nord gli scoraggiati si attestano ad un “lusinghiero” 6.7%, al meridione la percentuale quasi quintuplica, superando il 30%.
Filippo Burla