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Lufthansa: ennesimo sciopero dei piloti, rischio paralisi sui cieli europei

by Filippo Burla
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piloti LufthansaBerlino, 7 set – C’è un refrain che, nel mondo economico, sublima il pensiero comune riguardo al rapporto degli italiani con il lavoro. E’ “Italians = strike”, italiani uguale sciopero. In verità, complice anche l’autodistruzione sindacale degli ultimi anni, di scioperi in grande stile ed in quantità non è che se ne siano visti poi così tanti negli ultimi tempi. Mentre all’estero la metodologia di lotta sta cominciando a prendere sempre più piede.
E no, non stiamo parlando della Grecia o della Spagna. Ma della (presunta) più ricca Germania, il paese che si permette di fare la morale all’intera Europa imponendo la svalutazione interna dopo che ha lavorato per anni allo smantellamento entro i suoi confini di un sistema di stato sociale considerato -a ragione- un vero e proprio modello. E’ stato infatti annunciato, per domani, uno sciopero di piloti Lufthansa che rischia di paralizzare i cieli di mezza Europa.
Si tratta del tredicesimo sciopero nel giro di un anno e mezzo, capitani e primi ufficiali della compagnia di bandiera marciano quindi al ritmo di un’astensione dal lavoro quasi ogni mese e mezzo. Nemmeno durante i periodi più bui della vicenda Alitalia si erano probabilmente toccate queste vette. Oggetto del contendere è il piano di ristrutturazione del vettore -uno dei più grandi al mondo: sempre nelle prime o primissime posizioni per profitti, passeggeri, flotta e destinazioni- che prevede un netto taglio dei costi fra i quali anche quelli del personale. Lufthansa sta infatti seguendo pratiche non ortodosse per ridurre il costo del lavoro, fra le quali quella di assumere il personale tramite la controllata Eurowings che ha licenza austriaca, non dovendosi quindi adeguare in tal mondo ai contratti vigenti in terra tedesca. Una forzatura inaccettabile per i piloti, che reclamano certezza del diritto. Un colpo che rischia di essere esiziale soprattutto per le nuove leve, i giovani usciti dalle costosissime scuole di volo e che spesso e volentieri hanno dovuto accendere un mutuo per pagarsi le spese da decine e decine di migliaia di euro, con la prospettiva una volta assunti di poter però ripagarsi gli esborsi.
Il braccio di ferro sembra ormai destinato a non risolversi nel breve termine. Le perdite registrate dalla compagnia nell’ultimo anno sono relative fra le altre cose ad alcuni guai su contratti derivati, mentre il reddito operativo (che non considera quindi la gestione straordinaria come quella finanziaria) è risultato in crescita del 37%. Da qui l’agitazione dei piloti, ben conosci del loro potere contrattuale: la sequela di scioperi dalla primavera del 2014 ad oggi è infatti già costata a Lufthansa almeno 300 milioni di euro.
Filippo Burla

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