Roma, 9 giu – Nel mese di aprile la produzione industriale è diminuita del 7,2% su base annua. Mai così male dal luglio 2020, quando l’Italia era alle prese con la cosiddetta fase due della pandemia e la flessione era stata pari all’8,3%.
Dati Istat, ad aprile produzione industriale in calo del 7,2%
Il quadro fornito dall’Istat sull’industria italiana non è certo confortante. Infatti, per il quarto mese consecutivo si registra un calo dell’indice destagionalizzato industrializzato della produzione industriale, il quale si stima sia diminuito dell’1,9% rispetto a marzo. La situazione non migliora nemmeno su base trimestrale. Nella media del periodo compreso tra febbraio e aprile assistiamo a una diminuzione dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Ancora peggiore il dato su base annua, con un crollo addirittura del 7,2 %. Una riduzione che colpisce bene o male tutti i principali comparti, con l’indice destagionalizzato mensile che segna variazioni negative per i beni intermedi (- 2,6%), per i beni strumentali (- 2,1%), per i beni di consumo (- 0,4%), e per l’energia (- 0,3%). Corretto per gli effetti di calendario – i giorni lavorativi di calendario sono stati 18 contro i 19 di aprile 2022 – l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 7,2% e si evidenziano flessioni per i beni strumentali (- 0,2%), per l’energia (- 12,6%), per i beni intermedi (- 11,0%), e per i beni di consumo (- 7,3%).
Ad andare male sono in particolare i settori fortemente energivori, con le diminuzioni più ampie che si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (- 17,2%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (- 13,6%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (- 10,9% per entrambi i settori). Prova che la causa principale del crollo sia da imputare al caro energia. Una caduta che non riguarda solamente l’Italia ma colpisce tutta Europa, come peraltro già segnalato da Eurostat nei dati di marzo, quando l’intera produzione Ue era calata del 3,6 rispetto al mese precedente.
“È una Caporetto per l’industria”, il commento delle associazioni di consumatori
Dati – quelli dell’Istat – che destano più di una preoccupazione. Secondo il Codacons, il calo rappresenterebbe non solo “un segnale allarmante”, ma soprattutto “una prova tangibile delle difficoltà che interessano il comparto industriale”. Criticità che si legano alla “emergenza prezzi”, con l’inflazione “a pesare come un macigno sull’industria italiana”. Da qui la necessità, per il Codacons, di “intervenire sui prezzi al dettaglio” e calmierare i listini. L’Unione nazionale consumatori (Unc) paragono il crollo addirittura a una “Caporetto per l’industria” e richiede una politica sui redditi per “ridare capacità di spesa alle famiglie” e salvaguardare il loro potere di acquisto, così da incentivare i consumi.
Michele Iozzino
1 commento
Ma gli Elkann e altri usurai in Italia se la cavano benissimo o meglio dire con l’Italia perché questi gangsters hanno svuotato l’Italia, hanno derubati agli italiani e, come se non bastasse, dirigono i nostri corrotti governanti come burattini dai paradisi fiscali. Se al gregge ancora piace così a godersi la miseria.