Roma, 27 dic – Un Natale in chiaroscuro per gli acquisti delle festività, fra cenoni della vigilia, pranzi del 25, regali e altro, in quello che è – per il commercio – il periodo più intenso dell’anno. Dopo otto lunghi anni di crisi, sembra infatti che gli italiani abbiano riprendo a comprare, con un aumento del 3% rispetto al 2014. Lo rivela il Codacons a margine di un suo studio.
A trainare gli acquisti del periodo sono principalmente alimentari e prodotti ad alta tecnologia. Per i primi l’aumento è del 5%, con una marcata preferenza per i prodotti made in Italy. Segno negativo invece per il settore viaggi, che registra un sensibile calo delle prenotazioni e in particolare verso le capitali europee: a pesare, in questo caso, è la paura dopo gli attentati di Parigi. “In generale i consumi natalizi sono andati addirittura meglio delle aspettative e delle previsioni, e la spesa pro capite ha superato quota 168 euro – spiegano dall’associazione -. Sono stati così smentiti i soliti “corvi” del Natale, ossia coloro che avevano parlato di spesa ferma o in diminuzione per le famiglie e di un Natale amaro che non solo non c’è stato, ma addirittura si è rivelato più dolce delle aspettative”.
A farla da padrone è, soprattutto, il prezzo del petrolio, mai così in basso (in media) da oltre 10 anni a questa parte. Un discreto turbo aggiuntivo per un’economia che stenta ancora a crescere: il riflesso del valore dell’oro nero sull’intero ciclo di produzione/vendita è arcinoto e produce effetti a cascata in quelle economie, come l’Italia e l’Europa, che sono importatrici nette. Resta comunque il dubbio: con questo inatteso vantaggio, potremmo fare di più? La risposta sembra essere affermativa, specie se si guardano a dati più indietro nel tempo. Ed è lo stesso Codacons a farlo, quando spiega che “la differenza di spesa rispetto al periodo pre-crisi è ancora molto elevata: nel 2007 “l’effetto Natale”, ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2015 invece la spesa degli italiani nell’intero periodo natalizio è stata di 10,1 miliardi di euro: ciò significa che ci sono ancora 7,9 miliardi di euro di minori consumi da recuperare“.
Filippo Burla