Roma, 12 mag – Emergenza gas ma anche emergenza grano: la guerra russo-ucraina colpisce sempre di più l’Italia, occhi puntati sul piano Ue per garantire gli approvvigionamenti. Dopo la decisione di Kiev di chiudere uno dei due rubinetti del gas russo verso l’Europa, ora c’è anche il problema di come garantire l’approvvigionamento di grano. “Non sono più solo i prezzi alle stelle del grano a preoccuparci, ma il rischio di carenza di questa materia prima anche in Italia“. A lanciare l’allarme è Federalimentare in merito al blocco russo nei porti ucraini.
Emergenza grano: non è solo questione di aumenti dei prezzi ma di carenza di approvvigionamenti
Il prezzo del grano è aumentato da febbraio a oggi del +52% e solo nell’ultimo mese del 16%. A questo problema oggi se ne aggiunge un altro, come spiega il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio in una nota. “Ho sempre detto che l’Italia non avrebbe mai avuto problemi di approvvigionamento di cereali ma una serie di eventi hanno cambiato questa condizione”, ammette il presidente. Per Vacondio “in parte il problema è logistico perché il blocco sul mar Nero non permette all’Ucraina di esportare, mentre dall’altra parte la Russia ha ridotto le sue esportazioni. C’è poi un problema di ritenzione, perché quasi tutti i Paesi europei esportatori stanno rallentando l’ offerta/export“.
Carenza cereali si ripercuote su tutta filiera alimentare
Per Vacondio, “la conseguenza è che non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche in Paesi come l’Italia, importatore per il 60% di grano tenero, rischiamo di assistere a concrete difficoltà di approvvigionamento di cereali. Se le cose andranno avanti in questo modo – conclude – la mancanza di offerta che si sta verificando si ripercuoterà su aziende alimentari e consumatori molto più duramente di quanto non stia già accadendo con l’aumento dei prezzi. Tanto più che i cereali sono trasversali a tutti i settori alimentari; e quindi questa situazione non sarà relativa solo a qualche prodotto ma a tutta la filiera (carne, uova, pasta, formaggi, latte, ecc)”.
Occhi puntati sulla Ue, che intende salvare un terzo delle esportazioni ucraine
Occhi puntati dunque sulla Ue, che a quanto pare intende salvare almeno in parte l’importazione dei cereali. Quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia sono bloccati nei magazzini ucraini in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese. A lanciare l’allarme è la Coldiretti. Nel dettaglio, Bruxelles ha varato il “Piano d’azione Ue per facilitare le esportazioni agricole dall’Ucraina” per facilitare i trasporti delle merci ucraine via terra, per ferrovia e gomma, e anche via mare. Questo perché ovviamente sono bloccati i porti del Mar Nero, mentre diverse aree del paese sono sotto bombardamento russo. Il piano di emergenza Ue dovrebbe salvare un terzo delle esportazioni di cereali, dal grano al mais fino all’orzo, che l’Ucraina indirizza ogni anno verso i Paesi dell’Unione
Adolfo Spezzaferro
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