Bruxelles, 23 mag – Il giornale inglese The Guardian, lo stesso protagonista delle rivelazioni di Wikileaks e Snowden, è entrato in possesso di documenti riservatissimi che metterebbero in luce non soltanto il livello di subordinazione dell’Unione Europea rispetto agli Usa ma – ancora più importante per le nostre vite – la scellerata svendita della salute dei suoi cittadini alla volontà del capitalismo selvaggio delle multinazionali americane.
Correva la prima metà del 2013 quando, sulla scorta di evidenze scientifiche consolidate, erano state predisposti in bozza criteri che avrebbero vietato 31 pesticidi contenenti sostanze chimiche distruttive per l’apparato endocrino (EDC).
Queste sostanze, che possono trovarsi in contenitori per cibi, plastiche, giocattoli, tappeti e moquette, cosmetici, nonché nei pesticidi per l’agricoltura, alterano la produzione di ormoni, in prevalenza proteine, e possono causare diabete, obesità nei bambini e negli adulti, infertilità maschile, autismo dei bambini, varie forme di cancro, e – una delle conseguenze più importanti – diminuzione del quoziente intellettivo dei nascituri.
Uno degli studi più recenti e ampi individua proprio nella perdita di capacità intellettive delle nuove generazioni una delle componenti di costo sociale più elevato, stimando il danno complessivo apportato dagli EDC tra 157 e 270 miliardi di euro all’anno per l’Unione Europea.
“La cosa scioccante è che la maggior componente del costo dei danni degli EDC è legato alla perdita di funzioni cerebrali nelle nuove generazioni”, sostiene il Prof. Philippe Grandjean della Harvard University (Usa), uno degli autori dello studio, che aggiunge: “I nostri cervelli hanno bisogno di particolari ormoni per svilupparsi normalmente – l’ormone tiroideo e ormoni sessuali come il testosterone e l’estrogeno. Questi sono molto importanti nella gravidanza e un bambino può risultare mentalmente ritardato a causa della mancanza di iodio e dell’ormone tiroideo causati dall’esposizione a questi agenti chimici”.
Grandjean conclude poi con una esortazione: “Raccomanderei alle donne in gravidanza e ai bambini di mangiare frutta e ortaggi biologici, e di evitare l’uso di contenitori in plastica e cibi in scatola, specialmente nei forni a microonde, in quanto i contenitori sono di solito trattati all’interno con sostanze e composti che possono rilasciare componenti dannosi nei cibi e agire come distruttori endocrini”.
Ce ne sarebbe fin troppo per vietare l’introduzione sul mercato europeo di queste sostanze, tanto più in Italia che ha sempre fatto delle produzioni agro-alimentari d’eccellenza un punto forte del proprio export nel settore.
Invece cosa hanno pensato bene di fare gli euroburocrati? Secondo il The Guardian, la mattina del 2 luglio 2013, una delegazione di alto livello della missione Usa presso la Ue e delle camere di commercio americane (AmCham) fece una visitina ai dirigenti del direttorato commerciale europeo, insistendo per eliminare i criteri di bando delle sostanze assassine, in favore di un nuovo studio d’impatto sulla salute da rimandare sine die. Al termine di quel disgraziato 2 luglio, così fu fatto, tanto che nelle minute dell’incontro traspare la disperazione dei delegati europei di poter essere considerati responsabili di un vero e proprio crimine contro i popoli europei, a fronte della pistola puntata alla testa dalla mano “alleata”.
Al di là degli ordinari commerci, sussiste però una ragione ancora più profonda e spaventosa all’origine di un atto tanto grave: rimuovere preventivamente qualsiasi barriera commerciale in vista della realizzazione del trattato di partnership transatlantica, il famoso Ttip il cui costo in termini di crescita, disoccupazione, reddito e produzione sono stati recentemente e autorevolmente stimati niente meno che catastrofici, e questo senza considerare gli effetti meno diretti ma altrettanto giganteschi della liberalizzazione delle sostanze pericolose.
In ogni caso, la lista degli agenti chimici pericolosi, dai pesticidi ai componenti di packaging per alimenti, ai cosmetici, fu stralciata per ordine della segretaria generale della commissione, Catherine Day che, scrivendo al direttore del dipartimento ambiente Karl Falkenberg, gli ordinava di eliminare la bozza dei criteri di bando: “Suggeriamo che come altre direzioni generali hanno fatto, consideri di procedere con un’unica valutazione d’impatto generale che copra tutte le proposte”, scriveva la Day. “Non pensiamo che sia necessario preparare una raccomandazione della commissione sui criteri per identificare le sostanze distruttive dell’apparato endocrino”.
Parole apparentemente complicate e neutre, che in realtà sottendono la rinuncia alla sovranità europea in favore delle lobby emanate dal potere finanziario d’oltreoceano, anche su questo versante immediatamente devastante per la salute nostra e delle prossime generazioni. E almeno fino al 2016 non si vedrà alcuna legislazione comunitaria in materia, nonostante i costi umani e materiali esorbitanti ormai acclarati.
L’ennesima potente ragione in più – quasi questione di vita o di morte – non solo per sganciarsi il prima possibile da questa Unione Europea, ma anche per mandare a casa la classe politica italiana compiacente che – a partire dal molto “yankee” Enrico Letta, seguito da Matteo Renzi che non fa nemmeno mistero di prendere ordini dalle lobby americane, in particolare attraverso il suo consigliere economico speciale e deputato Pd Yoram Gutgeld, israeliano naturalizzato italiano e già dirigente della multinazionale Usa McKinsey & Company.
Francesco Meneguzzo