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Piazza Affari non parla più italiano: agli stranieri oltre la metà delle Spa quotate

by Salvatore Recupero
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Milano, 21 mag – “Più della metà delle spa è in mano agli stranieri. Il sistema imprenditoriale del nostro Paese è a trazione familiare, ma in borsa non comandano gli italiani”. Questo è quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa basata su dati Banca d’Italia aggiornati a dicembre 2016. Il vero dato preoccupante però non è la notizia in sé, ma la conferma di un trend negativo. Vediamo perché. Negli ultimi anni la presenza di players italiani nel mercato borsistico è in continuo calo. Tornando al rapporto pubblicato ieri possiamo notare altri importati spunti di riflessione. Oltre il 41% delle quote delle società per azioni del nostro Paese è posseduto da famiglie, mentre sui listini di piazza Affari dominano gli azionisti esteri titolari di oltre il 50% delle spa quotate. In mano alle banche il 12% delle società per azioni, quota che cala al 10% se si limita l’analisi alle sole aziende quotate. Allo Stato il 5,73% delle imprese e il 4,39% delle quotate. Inoltre, nel 2016 le società per azioni hanno perso 260 miliardi di euro di valore, mentre le “quotate”, hanno bruciato 126 miliardi di capitalizzazione.

La longa manus degli investitori allogeni sulle nostre spa va ben oltre rispetto a quanto detto finora. Gli investitori stranieri pesano sul mercato italiano per il 93% del Ftse Mib. A dirlo è stata Barbara Lunghi, responsabile Primary Markets di Borsa Italiana in occasione della presentazione delle iniziative di Borsa per lo sviluppo e gestione dei mercati Equity. Infatti, il primo azionista del Ftse Mib è BlackRock che risulta nella top ten degli investitori detenendo insieme oltre otto miliardi di euro, pari al 99% della capitalizzazione del Ftse Mib (401,9 mld circa). A seguire Norges bank con 6,38 miliardi e The Vanguard Group (6,1 miliardi).  Per intenderci il Ftse Mib è l’indice che coglie circa l’80% della capitalizzazione di mercato interna, è composto da società di primaria importanza e a liquidità elevata nei diversi settori in Italia. In pratica, misura la performance di quaranta titoli italiani e ha l’intento di riprodurre le ponderazioni del settore allargato del nostro mercato azionario.

È importante segnalare la presenza di BlackRock e di The Vanguard. Queste ultime, insieme alla State Street, controllano il 40% di tutte le società quotate alla Borsa Usa. Sono le tre sorelle americane della gestione degli asset: siedono in tutti i consigli d’amministrazione che contano. Il colonialismo viaggia ormai sui binari della finanza. La fine dello “statalismo” doveva servire a liberare gli animal spirits della concorrenza globale. Invece, si è imposta l’oligarchia finanziaria: poche migliaia di aziende che controllano gran parte del fatturato globale grazie ad un fitto intreccio di partecipazioni azionarie.

Salvatore Recupero

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