Roma, 3 mar – Una buona notizia, per quanto non sia il caso di cantare vittoria, anzi. Sta di fatto che il voto degli ambasciatori Ue sul regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto a diesel e benzina, è saltato. Per l’esattezza rinviato a data da destinarsi. “Il Coreper (organo che riunisce gli ambasciatori Ue, ndr) tornerà sulla questione a tempo debito”, ha fatto sapere un portavoce della presidenza svedese dell’Unione europea. Lo stop al voto è arrivato grazie ad alcuni Paesi membri decisamente refrattari ad accettare la cosiddetta “svolta green”. Tra i contrari in particolare Italia e Polonia, a cui si è unita l’astensione della Bulgaria e la forte perplessità della Germania.
Stop auto benzina, salta il voto. La posizione dell’Italia
“L’Italia vota contro come segnale per quanto riguarda tutta l’attività che la Commissione, le istituzioni europee, faranno, e faremo insieme a loro, nei prossimi mesi che riguarderanno gli altri dossier che sono ancora aperti. Non soltanto quelli inerenti l’automotive ma anche quelle inerenti il packaging piuttosto che l’eco-tessile, dossier nei quali noi chiediamo ragionevolezza”, è quanto dichiarato da Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy. “L’Italia è tornata in campo come grande Paese, fondatore dell’Unione europea, che sa bene quali siano davvero il sentimento e la necessità di questo Continente”. E ancora: “Noi siamo un governo pragmatico che guarda innanzitutto agli interessi nazionali e alla sostenibilità del sistema sociale che è conseguenza della sostenibilità del sistema produttivo. E vorremmo che altrettanta consapevolezza e ragionevolezza ci siano nelle Istituzioni europee”, ha detto Urso.
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Strategie e rischi: Germania decisiva
Per il via libera al provvedimento, già approvato dal Parlamento europeo, è necessaria una maggioranza qualificata, ovvero 55% dei Paesi che rappresentino il 65% della popolazione. Di fatto con i governi di Roma e Varsavia che hanno annunciato la contrarietà e l’astensione di Berlino e Sofia, la nuova legge non passerebbe.
Di qui la strategia della presidenza svedese: nuovo rinvio, esattamente come già avvenuto mercoledì scorso, per prendere tempo e tentare di convincere la Germania a cambiare idea, fornendole maggiori garanzie sul ruolo dei biocarburanti nell’azzeramento delle emissioni inquinanti.
Una sorta di moral suasion su Berlino. La Germania chiede un impegno concreto sugli e-fuel che però è molto difficile che venga esplicitato ora nel regolamento sullo stop alle auto a benzina e diesel, essendo già stato approvato dal Parlamento europeo. Potrebbe semmai essere inserito nel pacchetto Fit for 55, ancora in fase di negoziato. L’auspicio è che Berlino non vacilli di fronte alle pressioni.
Alessandro Della Guglia
3 comments
Ora come allora Deutschland Uber alles quel che vedi è tutto mio e gli altri contano come il due di coppe in briscola a tre
Guardate i listini delle tedesche, quasi tutte belle mild-hybrid per viaggiare alla grande, con autonomia di sempre ed elettrico al minimo. Giustamente per chi non vuol fermarsi, considerando oltretutto che i cavalli veri non amano l’ asfalto.
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