Roma, 12 mar – Era il marzo 2018 quando, al termine della campagna elettorale, Matteo Salvini prometteva un drastico taglio di accise sulla benzina. Di lì a poco la Lega sarebbe entrata nell’esecutivo insieme al M5S, rinviando però alle calende greche la misura tanto sbandierata da essere inclusa nel contratto di governo. Doveva essere entro l’estate, poi il primo slittamento alla legge di bilancio, seguito dalla rassicurazione che si sarebbe arrivati a conclusione nel 2019. Neanche a dirlo: non se ne fece nulla, lasciando intatto il carico fiscale sui carburanti.
Prezzi alla pompa ormai insostenibili
Per quanto iniqua, l’imposizione sui derivati del petrolio portava questi già ai limiti della sostenibilità economica per molti tra automobilisti e autotrasportatori. Nel frattempo la situazione è, se possibile, persino peggiorata. Prima la ripresa post-pandemica, fatta di strozzature dal lato di un’offerta non sempre capace di adeguarsi alla domanda, poi le fissazioni – di marca Ue, ma non solo – sulla transizione ecologica (con conseguente calo degli investimenti nel settore degli idrocarburi), in ultimo la guerra in Ucraina hanno infatti spinto al rialzo i prezzi alla pompa. Abbattendo, uno dopo l’altro, quasi ogni record: nel caso del metano un pieno è arrivato a costare cinque volte tanto, mentre benzina e gasolio è praticamente impossibile trovarli al di sotto dei due euro al litro. E non sembra essere finita qui, dato che in alcune zone d’Italia il poco invidiabile traguardo di quota 2,5 è già realtà.
Al di là della componente materia prima, con le quotazioni del petrolio Brent quasi raddoppiate nell’arco degli ultimi 12 mesi, a fare la parte del leone sono tutta una serie di tasse e imposte. Non staremo qui a fare l’ormai noto elenco dei balzelli che gravano sui carburanti. Basti sapere che, senza di essi, riempiremmo il serbatoio all’incirca a metà del prezzo che paghiamo oggi. Da qui la domanda: tagliare le accise sulla benzina è possibile? Certo, è questione (a costo di banalizzarla, ma fino ad un certo punto) di un tratto di penna. Dall’ammontare, però, miliardario.
Quanto costa il taglio delle accise sulla benzina
Tasse e imposte sui carburanti garantiscono all’erario, grossomodo, 35 miliardi di euro l’anno. Di questi, oltre 10 sono componente Iva (applicata peraltro perversamente al costo della materia prima al lordo delle accise), i restanti circa 24 sono le accise vere e proprie. Dato che rimangono dieci mesi alla fine dell’anno, da qui alla fine dell’anno fanno, euro più euro meno, 20 miliardi di incassi. Volendo concentrarci solo sul taglio delle accise sulla benzina, questa sarebbe la cifra necessaria ad azzerarle, quantomeno temporaneamente. Nell’ipotesi invece in cui si volessero dimezzarle, sarebbero 10 i miliardi occorrenti allo scopo.
Parliamo di cifre non di elevata portata, se parametrate al totale di una spesa pubblica che nel 2021 ha sfondato il tetto dei mille miliardi di euro. Uno scostamento di bilancio praticamente irrilevante, ma sufficiente – nel secondo caso, forse il più realistico – per portare i prezzi al dettaglio dagli attuali due euro (e oltre) al litro a meno di 1,8. Una boccata d’ossigeno con effetti a cascata non solo per le tasche dei “semplici” automobilisti. I rincari odierni colpiscono infatti tutti, anche chi non possiede un mezzo a motore ma fa comunque la spesa, che per arrivare nei supermercati viene consegnata da quegli operatori del trasporto pronti a spegnere i motori a partire da lunedì prossimo. Il governo interverrà o aspetterà che gli scaffali rimangano vuoti perché costa troppo riempirli?
Filippo Burla
5 comments
Se opereranno in tal senso, lo faranno con i dovuti distinguo con conseguente implementazione delle divisioni, spesso ingiustizie, social-economiche. Gli effetti a cascata, da troppo tempo, lasciano parecchio a desiderare e all’ asciutto la base nazionale.
Non lo faranno mai!
Paghiamo ancora le accise per la guerra in Libano degli anni 80 e per il terremoto di Messina del 1908
Lo scopo, e la vostra foto lo dimostra, visto che il gasolio lo fanno costare più che la benzina anche se è un sotto prodotto della distillazione del petrolio per ricavare la benzina quindi ha un costo produttivo ergo un prezzo inferiore è quello di convincere boccaloni a comperare cancri ambientali
https://www.theguardian.com/sustainable-business/2017/aug/10/electric-cars-big-battery-waste-problem-lithium-recycling
e lo hanno pure ammesso
https://www.marketwatch.com/story/not-ready-for-an-electric-vehicle-despite-the-spike-in-gas-prices-buckle-up-here-are-some-of-the-most-fuel-efficient-traditional-cars-11646953736?mod=home-page
perché non serve più produrre auto se i boccaloni non vengono convinti che l’ibrido conviene quindi si tengono le loro care vecchie funzionanti auto in cui non è neanche necessario cambiare il “serbatoio” (la batteria) ogni 10 anni e i dati di vendita lo dimostrano, la pandebufala è finita non ci sono più scuse
https://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/auto-trend/marzo-2022.html
Un veicolo ibrido a benzina con l’aumento di peso quindi l’incremento nella cubatura necessario (una Yaris ibrida tanto per fare un esempio anziché il 1000 monta un 1500cc) consuma più di una macchina ben più grande a gasolio e consumando di più di conseguenza ha emissioni maggiori
https://massimosconvolto.wordpress.com/2019/02/16/eco-bufale/
Un esempio?
Con la mia Golf Variant 1.600cc 105 cavalli turbo diesel a trazione integrale faccio 21 km litro quando consumo molto sul tragitto che faccio tutti i giorni, ho la fortuna di avere un conoscente che ha comperato una Toyota C-HR ibrida 1.800 a benzina e fa il mio stesso tragitto tutti i giorni e quando gli va bene fa 20 km litro.
A parte chi inquina di più, chi lasciando i carburanti al prezzo derivante dai costi di produzione comprerebbe una ibrida?
I rappresentanti pirla che avevano abboccato hanno messo le ibride a GPL e le usano a GPL.
Fa tutto parte del progetto per tenere in vita un modello economico morto e sepolto da anni
https://www.weforum.org/agenda/2012/04/the-end-of-capitalism-so-whats-next/
non aspettatevi aiuti dai loro burattini.
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[…] “green” deve essere quanto meno rimandata. Ora che siamo in una economia di guerra, le accise – così come del resto l’Iva – andrebbero proprio sospese, altro che. E pure il Pnrr […]