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Ti piacciono i videogiochi? Se sì, potresti essere un atleta!

by La Redazione
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Sembra una presa in giro, vero? E invece no, niente di più lontano dal vero, semmai un’argomentazione più che vicina ai trend del mondo di oggi! Se facciamo un piccolo salto indietro nel tempo, di circa 20 o 30 anni, allora si possono già vedere i primi videogiochi a 8 e 16 bit con qualche spruzzatina qua e là di un timido 3D (poi portato in auge da console come la prima PlayStation oppure il Nintendo 64).

Se poi ci si immagina anche i genitori, o più in generale gli adulti del tempo, allora è più che facile sentirsi ridere in faccia ad una “provocazione” del genere. Molto probabilmente, e anche adesso non è che manchino i “detrattori”, queste persone pensavano che si trattasse solo di una perdita di tempo che faceva tralasciare i compiti di scuola e lo sport all’aria aperta. Ma è proprio qui che la questione si fa interessante!

Prima di tutto fu proprio in quel periodo dorato per i videogiochi, i mitici anni Ottanta, che si cominciarono a creare le prime versioni di tornei ufficiali e brandizzati dalle grandi case videoludiche del tempo come la compianta Atari o la sempreverde Nintendo. Erano dunque nati i famosi “eSports”, ovvero gli sport elettronici, che altro non sono che una maniera decisamente più competitiva di giocare ai titoli più in voga del momento.

Ma come si fa? Basta mettersi a giocare a Super Mario Bros per tre ore di fila senza sbagliare un salto, vincere più e più mani sfruttando i bonus senza deposito migliori dei casinò online o simili? Beh, sì e no perché qui, per essere considerati dei veri campioni, occorre quel qualcosa in più. Un po’ come nello sport tradizionale, prendiamo come esempio il calcio, non basta saper dare dei calci ad un pallone per essere considerati gli eredi di Pelé o di Maradona.

Occorre infatti allenamento, dedizione, bravura, anche una certa personalità, ma soprattutto essere in una squadra ed essere seguiti da una nuova tipologia di tifosi pronti a “scendere in campo” con i loro beniamini.

Certo, negli anni Ottanta, ci si ritrovava in un palazzetto, ma oggi causa Covid – 19 ed Internet ai suoi massimi livelli, si può seguire tutto ciò da casa collegandosi ai canali ufficiali di YouTube oppure Twitch!

Post Scriptum sembra però che il nuovo torneo di Smash Bros. Ultimate si terrà in presenza ovviamente con tutte le misure di sicurezza del caso

Si tratta infatti delle piattaforme dedicate allo streaming ed ai video in generale, soprattutto il social viola come viene definito su YouTube, ad essere la “casa” e lo “stadio” di questi atleti di eSports.

Chiamati anche streamer, poiché mandano in streaming le loro gesta su mondi virtuali, questa nuova tipologia di sportivi è sponsorizzata da case tech, come quelle che producono hardware e software di ogni tipo, appartengono a squadre ufficiali, hanno il loro nickname ed avatar e, soprattutto, si dedichino a discipline quali Counter Strike: Global Offensive, Rainbow Six: Siege, Fortnite, FIFA, Call of Duty e così via. I premi, naturalmente, sono tutt’altro che reali viste le cifre stratosferiche!

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