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Bluff, studio dell’avversario e linguaggio del corpo: così la psicologia si occupa di poker

by La Redazione
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Capire la psicologia del poker può essere di grande aiuto quando si è attorno al tavolo verde. Ecco di cosa si tratta.

Il poker è il gioco psicologico per eccellenza. Che sia online o in presenza, una volta seduti attorno al tavolo verde bisogna essere concentrati, mantenere i nervi ben saldi e scrutare il più possibile il comportamento degli avversari; è molto importante tenerli sempre d’occhio e leggere il linguaggio del loro corpo per poter decidere che mossa fare e che strategia di gioco adottare senza farsi beccare. Giocare a poker vuol dire giocare con le carte di tutti, non solo con le proprie, per questo è necessario non abbassare mai la guardia, nemmeno quando a fare la propria mossa sono gli altri: infatti potrebbero anche loro cercare di decifrare gli atteggiamenti di ciascun giocatore.

La psicologia del poker

La psicologia del poker si occupa di tradurre le gestualità e le espressioni dei giocatori: il risultato di queste traduzioni può aiutare nelle decisioni di gioco da prendere e di conseguenza può aumentare le possibilità di gestione del gioco.

Prima di poter pensare di giocare a poker sfruttando queste tecniche, però, bisogna fare molta pratica, anche online, per esempio su siti come casinomonkey.it

L’osservazione del giocatore al tavolo verde

Tic nervosi, sudorazione, espressioni e gesti possono tradire lo stato psico-fisico di un giocatore, quindi essere in grado di cogliere questi dettagli è decisivo per la sorte di una partita. Fondamentale è avere una grande capacità di osservazione. Non basta osservare i comportamenti dei giocatori una volta soltanto, ma bisogna tenere conto anche degli atteggiamenti avuti fino a quel momento: in che occasione sono stati titubanti, quando hanno probabilmente bluffato, se si sono avvicinati al tavolo o sono sembrati disinteressati al gioco (questi sono spesso segnali di buon punto in mano), se hanno guardato in modo sfrontato l’avversario negli occhi o hanno ostentato sicurezza (in questi casi invece la maggior parte delle volte non si hanno in mano grandi carte).

Fare attenzione ai gesti può essere molto d’aiuto. Alcuni più di altri possono essere manifestazioni sia di insicurezza sia di eccitazione: a seconda del contesto, la sudorazione, le mani tremolanti e l’accavallamento delle gambe sono indizi importantissimi del linguaggio del corpo, la cui giusta lettura può essere data solo dall’esperienza e da un buon intuito personale.

Il Bluff

Il bluff è una strategia con la quale si cerca di far credere agli altri giocatori di avere grandi carte, così da spingerli a lasciare la mano e accaparrarsi le puntate piazzate fino a quel momento. Per attuare questa strategia bisogna essere capaci di controllare le proprie espressioni facciali, avere sangue freddo e restare impassibili: avere, insomma, una poker face. Ma non solo. Bisogna costruirsi una vera e propria identità e mettere in piedi una messa in scena che duri dall’inizio alla fine della partita.

Per mettere in partica la strategia di bluff nel poker, spesso i giocatori indossano occhiali da sole (per non lasciarsi guardare negli occhi), cuffie (per non ascoltare commenti che potrebbero distrarli) e felpe con cappuccio (per coprirsi il volto più possibile).

Il volto infatti è la parte del corpo capace di lanciare più segnali. Quando in un bluff si teme di essere scoperti, spesso ci si copre il viso con le mani, ci si tocca il mento, si giocherella con il labbro inferiore o ci si stropiccia gli occhi.

È possibile anche bluffare online. Per esempio, tramite le chat si possono ingannare gli avversari, anche se questo potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: molte volte, infatti, il fatto che un giocatore sia solito parlare molto online potrebbe voler dire che non ci si trovi di fronte a un bravo pokerista, ma a uno non concentrato sulla partita e quindi facilmente ingannabile.

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