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Nazionale, luci e ombre delle amichevoli americane

by Marco Battistini
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Roma, 25 mar – Prove tecniche di Europeo e nuove vie tattiche, la nazionale di Spalletti torna dalle amichevoli americane con un paio di pagine fitte di indicazioni utili per Germania 2024. Luci e ombre della quattro giorni oltreoceano: ci aspettavamo qualcosina di più, in particolare dalla gara vinta 2-1 sul Venezuela. Vediamo quindi, al di là del risultato, cosa ci hanno detto le partite contro la Vinotinto e l’Ecuador – finita comunque 2-0.

Italia-Venezuela: male dietro, Retegui sfrutta l’occasione

Il primo dei due incontri è stato quello di giovedì a Fort Lauderdale, Italia-Venezuela appunto. Esordio per la nuova maglia da trasferta – una rivedibile versione bianca – battesimo azzurro per lo juventino Cambiaso. Spalletti ridisegna l’Italia. Dopo aver proseguito sulla falsariga del predecessore (in un 4-3-3 seppur diverso dalla gestione Mancini) il tecnico di Certaldo opta per quella difesa a tre tanto in voga tra le squadre di Serie A. Le buone intenzioni – ricerca della costruzione dal basso, la volontà di dare pochi riferimenti tattici – si scontrano però con la cruda realtà, “aumentata” dal molle approccio dei nostri. Contro l’unica sudamericana che non ha mai partecipato ai mondiali giochiamo poco e concediamo troppo, in particolare fino all’ora. Tornati al vecchio modulo, chiudiamo in crescendo. Nel risultato finale c’è molto delle parate di Donnarumma e della doppietta di Retegui.

Italia-Ecuador, la conferma di Pellegrini. Sorpresa Bellanova

Risposte decisamente migliori sono quelle invece arrivate ieri sera dalla Red Bull Arena di New York. Torniamo in casacca azzurra e pantaloncino bianco: contro l’Ecuador Spalletti, pur continuando sulla falsariga del 3-4-2-1, cambia completamente l’undici titolare. Spazio quindi a Vicario in porta e Raspadori nel ruolo di falso nove. Sorpresa Bellanova largo sulla destra. Corti e aggressivi, capitan Barella e soci iniziano con il piede giusto – gran gol di Pellegrini. Nei primi 45’ manchiamo però il raddoppio con Dimarco e Zaniolo. Ripresa in gestione ma su ritmi più blandi. Per il 2-0 dobbiamo aspettare i minuti di recupero e la bella azione conclusa sull’asse Orsolini-Barella.

Nazionale, le indicazioni delle due amichevoli: la difesa

Vincere fa sempre bene, non c’è dubbio. Ma ben più del risultato, la Nazionale in queste amichevoli americane avrebbe dovuto dare riscontri in termini tecnici, tattici e – soprattutto – di singoli. Partiamo dalla porta, in quanto su Donnarumma bisogna fare una considerazione. L’estremo difensore del PSG tra i pali rimane un gigante. Ha dimostrato però ancora una volta di faticare più del dovuto nell’impostazione con i piedi. Questione di scelte: se si avanti con l’ex rossonero sarebbe opportuno sollecitarlo il meno possibile. Se invece la linea tecnica dovesse essere quella della metodica costruzione dal basso, andrebbero pensate soluzioni alternative – e in tal senso Vicario sta migliorando.

Passiamo alla retroguardia. La difesa a tre, date le caratteristiche dei nostri esterni, in fase di non possesso diventa una linea a cinque. Permette – in linea teorica – di coprire meglio il campo e limitare le sanguinose ripartenze che, ad esempio, tanto ci hanno fatto male contro l’Inghilterra. Il problema si pone, come nella gara di giovedì, quando buona parte del reparto deve adattarsi a meccanismi diversi. Di Lorenzo, terzino puro, ha sofferto nel ruolo di braccetto. Buongiorno, con l’attenuante di giocare a uomo nel Torino, è senza scusanti sul rigore assegnato al Venezuela: troppo leggero nella lettura dell’azione. Decisamente meglio ieri sera: Darmian, Mancini e Bastoni – possibile terzetto ad Euro 2024 al netto della questione Acerbi – hanno infatti confermato l’affidabilità del pacchetto arretrato “titolare”.

Dubbi e certezze tra centrocampo e attacco

Nel 3-4-2-1 di Fort Lauderdale nessuno tra i centrocampisti titolari (Locatelli, Bonaventura, e un avanzato Frattesi) ha cambiato passo. Per il viola pesa anche l’errore nel momentaneo pareggio delle casacche borgogna. Meglio i subentrati, in particolare un ritrovato Jorginho. A New York invece Pellegrini ha confermato di avere i numeri per fare la differenza: mezzala o trequartista, rifinitore e finalizzatore. Bene sulla destra anche il propositivo – e potenzialmente ancora in crescita – Bellanova. Tornando a Italia-Venezuela, rimandato Udogie: per il terzino in forza al Tottenham poca fase propositiva e, soprattutto, la palla persa al pronti-via in zona rossa nell’azione che ha portato alla suddetta massima punizione.

Risposte positive da Zaniolo, l’azzurro al contrario non rigenera l’ingrigito Chiesa. Capitolo centravanti: Retegui ha sfruttato al meglio l’occasione. Il genoano è generoso e vede la porta. Ha sangue freddo, è migliorato: ma a giugno sarà pronto per reggere certi palcoscenici? Dal poliedrico Raspadori al più strutturato Scamacca – sempre che venga reintegrato dal cittì – le alternative da scegliere anche in base all’avversario non mancano.

Prima dell’Europeo in terra tedesca la nazionale giocherà un altro paio di amichevoli: la prima martedì 4 giugno a Bologna contro la Turchia. Poi, cinque giorni più tardi – a convocazioni ufficiali già diramate – in quel di Empoli: avversaria la Bosnia. In una recente intervista per Repubblica, Spalletti ha teorizzato “una Nazionale cazzuta e responsabile, solida e spavalda”. La strada per arrivarci è ancora lunga. Ma abbiamo del materiale su cui lavorare sopra.

Marco Battistini

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