Roma, 17 mag – L’acciaieria Azovstal è stato teatro di una lotta, assedio, resistenza (a seconda dei punti di vista) davvero lunghe. Oggi, dopo 82 giorni, sono in corso le procedure di evacuazione, come riporta l’Ansa.
Azovstal, la fine dopo un assedio che sembrava eterno
L’acciaieria Azovstal è stata il simbolo di una battaglia, quella di Mariupol, tra le più simboliche di questo conflitto. Questo per il protrarsi di uno scontro, per la forte resistenza da parte di un piccolo gruppo di ucraini da un lato, assediati dagli ormai dominanti russi dall’altro. Nella serata di ieri, questo scontro sembra arrivato al termine. Perché la faticosa vittoria di Mosca sul territorio è ormai all’epilogo. E così, quasi senza fare troppo rumore, inizia l’evacuazione dei soldati ucraini da Azovstal, feriti e non. Viene organizzata in circa dodici autobus, che li trasporteranno in territori filorussi. Sono 264, una piccola porzione rispetto alle decine di migliaia di combattenti da ambo le parti. Ma certo, il peso che hanno recitato è stato maggiore delle attese, quanto meno sul piano mediatico (ben diverso, come questa guerra ha confermato ancora una volta, da quello reale in tante, troppe occasioni).
I feriti sono 53. Verranno condotti a Novoazovsk, mentre gli altri 211 saranno portati a Olenivka, nel territorio controllato dai filorussi del Donetsk. Ma torneranno in parte anche all’esercito ucraino: perché gli scambi di prigionieri, si sa, in queste circostanze possono essere all’ordine del giorno.
Zelenzky: “Ci servono eroi vivi”
Mentre il mondo trema per le tensioni reciproche tra i due blocchi e le nuove adesioni all’Alleanza Atlantica, nelle prime ore di evacuazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha emesso una dichiarazione, citata dall’agenzia Ukrinform, confermando l’avvio delle operazioni e, ovviamente, lodando la resistenza nazionale. Queste le parole di Zelensky: “Speriamo di poter salvare i nostri ragazzi”, proprio perché l’Ucraina “ha bisogno di eroi vivi, e penso che ogni persona giudiziosa capirà queste parole”. Secondo le informazioni confermate dallo stesso presidente, le operazioni di evacuazione non coinvolgono solo l’esercito russo e quello ucraino, ma anche la Croce rossa e l’Onu.
Stelio Fergola