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L’Alto Adige tira dritto e non adotta il Dpcm: “Qua nessuna nuova restrizione”

by Alessandro Della Guglia
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Bolzano, Alto Adige

Roma, 14 ott – L’Alto Adige ha deciso di non recepire il nuovo Dpcm del governo. Nella provincia autonoma non vi sarà dunque alcun inasprimento delle regole come previsto nel decreto del Presidente del Consiglio. In sostanza si potrà continuare a sostare di fronte ai locali e chi vorrà potrà giocare a calcetto senza alcuna restrizione. Va detto che resta invece l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, già introdotto in Alto Adige prima del Dpcm, con una specifica: il dispositivo di protezione va indossato – oltreché al chiuso – in tutti i luoghi all’aperto quando ci si trovi in prossimità (1 metro) di altre persone non conviventi e in tutte le situazioni di possibile assembramento.

“Le regole ci sono già”

E’ quanto deciso dalla giunta provinciale, che ieri dopo una discussione sulle misure contenute nel documento del governo nazionale ha deciso di fatto di non adottarlo. Il presidente Arno Kompatscher e l’assessore alla Salute Thomas Widmann hanno poi specificato che si limiteranno a intensificare i controlli e a elevare sanzioni nei confronti di coloro che non si atterranno alle norme già esistenti. “Le regole ci sono già, basta rispettarle“, ha dichiarato Kompatscher. “La Giunta si riserva di intervenire con nuove ordinanze qualora i dati (dei contagi, ndr) peggiorassero e vi fosse un trend evidente e costante improntato alla crescita”. Dunque in Alto Adige tutto rimane come prima.

Il motivo del niet

Anche perché, come specificato dall’assessore alla Sanità “è vero che i numeri sono in crescita, ma la maggior parte dei casi si possono circoscrivere a focolai presenti in singoli comuni, aziende o scuole. I casi di pazienti sintomatici inviati a effettuare i controlli dai medici di base o dal pronto soccorso si attestano sui 25 al giorno, in linea dunque con il livello registrato nei mesi scorsi”, ha detto Widmann. Di conseguenza la giunta provinciale non ha riscontrato la necessità di introdurre ulteriori misure restrittive così come imposto invece dal governo Conte. Widmann ha tra l’altro fatto notare che circa l’1% dei positivi al coronavirus viene ricoverato in ospedale, “ed è questa la cifra da tenere maggiormente sotto controllo in quanto ci fornisce la misura della pressione alla quale è sottoposto il sistema sanitario”.

Alessandro Della Guglia

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