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Amministrative: il centrodestra saprà sfruttare le spaccature degli avversari?

by Tommaso Alessandro De Filippo
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Roma, 15 mag – Salvo ulteriori rinvii, nel corso del prossimo autunno si terranno le elezioni comunali nelle maggiori città italiane e si rinnoverà il consiglio regionale della Calabria. Nonostante vi sia stato già uno slittamento rispetto alla scadenza primaverile originale, al momento è ben poca la chiarezza sulla scelta dei candidati per questa tornata di amministrative. Appare pertanto oggi difficile ipotizzare le scelte dei rispettivi partiti al fine di rendersi competitivi su ogni territorio.

Se l’alleanza di centrodestra non è mai stata in dubbio nonostante le difficoltà, il centrosinistra appare come una vera polveriera. A partire dal confronto-scontro tra Pd e M5S, che non sembrano aver trovato al momento alcuna quadra sulle alleanze territoriali. Per entrambi il “terzo polo” di Azione, Italia Viva e +Europa rappresenta inoltre un ostacolo se lasciato correre autonomamente. Di fronte a queste notevoli difficoltà, il centrodestra saprà superare il proprio stallo per sfruttare il vantaggio?

Amministrative: centrosinistra mai così spaccato

Nella città di Roma Carlo Calenda e Virginia Raggi non appaiono affatto disponibili a ritirarsi. La discesa in campo del primo suona anzi come una sfida al resto del centrosinistra, date le divergenze con buona parte del Pd. Ad oggi l’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni non ha ricevuto alcun appoggio dal Nazareno che, invece, appare intenzionato a schierare una figura autonoma anche dai pentastellati. Da parte loro, tuttavia, i grillini hanno optato per la riconferma di Virginia Raggi nonostante un disastroso mandato.

Nelle amministrative di Milano e Bologna Pd e M5S avrebbero già annunciato di voler correre autonomamente, almeno al primo turno. Bologna è uno storico feudo rosso ed un’alleanza con i trasformisti grillini potrebbe non essere accettata dalla base. Nel capoluogo lombardo la riconferma di Sala rende complicato un appoggio da parte dei 5 Stelle, date le liti degli anni scorsi.

Anche Torino e Napoli appaiono notevolmente divisive: nel capoluogo piemontese la vittoria di Chiara Appendino (in teoria non ricandidabile per guai giudiziari) provocò una forte lacerazione che non appare sanabile. All’ombra del Vesuvio regna la consueta incertezza: la candidatura d’impatto dell’ex sindaco Antonio Bassolino obbligherebbe all’approccio comune entrambi i partiti. Invece, il M5S pare intenzionato a voler esercitare la leadership sulla scelta del candidato, creando così una forte distanza dalla base napoletana del Pd.

Con la vittoria in Calabria quasi certa (non sembra ipotizzabile un successo della sinistra in alcun modo) il centrodestra si trova dinanzi ad un bivio per le comunali. O proseguire con la propria controproducente diatriba interna sulla scelta dei candidati, oppure cogliere l’effettiva difficoltà dei nemici. Mostrare alle prossime amministrative quell’unità che gli elettori sapranno ripagare.

Tommaso Alessandro De Filippo

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