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Armi all’Ucraina, pantomima grillina: decide tutto Draghi

by Alessandro Della Guglia
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Draghi, grillini

Roma, 21 giu – Tanto rumoreggiar per nulla. L’implosione grillina è oramai un dato di fatto, il partito di maggioranza relativa in Parlamento è evaporato, ma resterà a galla fino al 2023 perché indispensabile alla tenuta di un esecutivo che non è esecutivo. A meno che qualcuno pensi davvero che questo governo si regga su un qualsivoglia barlume politico e non sullo scettro arbitrario di Mario Draghi. Vi servono argomenti probanti al riguardo? Attendete qualche ora, tutto cambierà in gattopardiano procedere, per lasciare tutto com’è. Dalle armi all’Ucraina alle scelte sul gas, nessuno batterà davvero ciglio.

Inutile pantomima grillina

La caciara del M5S avrà allora prodotto un sontuoso nulla, con le forze di maggioranza che approveranno più o meno compatto l’accordo al momento appeso ai malumori pentastellati. Il primo ministro, in vista del Consiglio europeo, avrà così messo in riga tutti i partiti e le Camere saranno allineate sulle decisioni da prendere relativamente alla guerra in Ucraina. “Stiamo per chiudere” ha detto il capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, Mariolina Castellone, al termine della lunga riunione di maggioranza.
“Nella maggioranza un punto di sintesi è stato trovato, ora aspettiamo la risposta del governo” le ha fatto eco il capogruppo di Leu, Loredana De Petris.

Armi all’Ucraina: tutto deciso, da Draghi

Una parvenza di sintesi per accogliere qualche istanza pentastellata è insomma già stata trovata, la maggioranza non si spaccherà sul sostegno a Kiev e Draghi potrà volare a Bruxelles forte di un assenso pressoché totale. Dall’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea all’imposizione di un tetto al prezzo del gas, passando per una sorta di risposta economica alla crisi energetica. Nessuno obietterà alcunché, dicendo sì alla linea dettata dal premier. Neppure l’invio di armi all’Ucraina verrà davvero messo in discussione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso grillino già colmo si rivelerà un’altra pantomima. Luigi Di Maio resterà al suo posto, Conte inghiottirà l’amaro boccone e tutto andrà avanti, come una mesta danza ampiamente prevedibile.

Alessandro Della Guglia

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