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“Attacco indegno alla Lega”. Per Salvini sul caso Morisi è scattato “il processo politico”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 29 set – “Un attacco gratuito, indegno alla Lega” a pochi giorni dal voto: Matteo Salvini punta il dito contro il caso Luca Morisi, montato ad arte per danneggiare il Carroccio. L’ex responsabile della comunicazione social del leader della Lega è indagato per droga. Intanto sulla vicenda, risalente ad agosto ma uscita fuori in questi giorni, emergono elementi che fanno un po’ più di chiarezza. A cedere la droga non sarebbe stato soltanto Morisi, come riferito inizialmente dai giornali, ma qualcun altro. Ma ormai, è l’accusa di Salvini, è scattato il “processo politico“.

Caso Morisi, Salvini: “Attacco indegno alla Lega”

“E’ surreale. Mi sembra che nei confronti della Lega ci sia un trattamento arrogante e supponente” e che “l’attacco nei confronti della Lega sia indegno di un Paese civile“. Così Salvini ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1. Il leader del Carroccio difende Morisi e, nel contempo, ribadisce la sua posizione sulle droghe. “Non c’è reato, son problemi che riguardano la vita privata di una persona” e “comunque chi spaccia droga è un criminale, chi la usa va curato”. Ma giù le mani da Morisi, avverte il leader della Lega. “La vita privata non mi permetto di giudicarla, ho mai giudicato il figlio di Beppe Grillo indagato per stupro? Non mi permetto. L’arresto dei genitori di Renzi, i problemi privati di figli, cugini e nipoti?”, fa presente.

Salvini poi non si pente della famosa citofonata – ritirata fuori in questi giorni dai suoi avversari – alla palazzina di Bologna. “Quelli erano spacciatori, infatti sono stati arrestati. Chi vende droga vende morte, chi la consuma sbaglia e va aiutato e capito“, ribadisce l’ex ministro dell’Interno.

Anche la Meloni difende la Lega: “Certe cose vengono utilizzate politicamente”

Sulla stessa linea del leader della Lega anche Giorgia Meloni. “Certe cose vengono utilizzate politicamente“, dice la leader di FdI. Una cosa che “non è normale in uno Stato di diritto”, spiega la Meloni a Porta a Porta su Rai1 parlando del caso Morisi. “Io parlo della ragione per la quale una notizia viene data ai giornali in questi giorni di campagna elettorale”, insiste la leader FdI. “Vedere uscire queste notizie a 7 giorni dal voto quando poi il profilo giudiziario della materia ad oggi sembra scivoloso, mentre il profilo personale, sbattuto sui giornali, questo l’impatto politico sui giornali ce l’ha…”, fa presente la Meloni.

La procuratrice di Verona che indaga (anche) su Morisi: “Non abbiamo fatto uscire noi la notizia”

Dal canto suo la procuratrice di Verona, che gestisce il fascicolo per cessione di droga in cui è indagato Morisi, afferma di non aver fatto uscire la notizia dell’inchiesta. “Chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse. Altrimenti è solo un insulto all’intelligenza delle persone”. Così Angela Barbaglio in un’intervista al Corriere della Sera. ”Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e quindi non so davvero che cosa rispondere – afferma la procuratrice -. Lo ripeto, non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull’elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste. E poi basta analizzare le date per capire che siamo rimasti sorpresi anche noi da tutto questo clamore”.

“Denuncia risale al 14 agosto, per noi è un fatto antico”

”La denuncia risale al 14 agosto, per noi è un fatto antico – sottolinea la Barbaglio -. Abbiamo effettuato i nostri accertamenti e nulla è mai emerso. È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese note le dimissioni dall’incarico”. Ecco. Il punto è proprio questo: come mai una denuncia del 14 agosto è stata data in pasto ai media a pochi giorni dal voto delle amministrative? E non bisogna essere dei sostenitori della Lega per chiederselo. Anche perché, lo ribadiamo, quello che emerge è che Morisi è indagato in una inchiesta per cessione di droga, ma non è ancora chiaro quale sia la sua posizione. I legali dell’ex capo della “Bestia” infatti sostengono che la droga liquida trovata nella cascina di Morisi non sia del loro assistito. Cosa ben diversa da come è stata posta inizialmente dai giornaloni schierati contro la Lega.

Adolfo Spezzaferro

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