Roma, 22 ott – Quando la sinistra italiana sente parlare di sovranità, inizia immediatamente a delirare. Proprio non ce la fa a trattenersi, evitando di sparare idiozie. Vecchio tarlo di chi proprio non sopporta la nazione, i confini, il tricolore. Patologia surreale, intrinsecamente esilarante, non fosse pure drammatica. Perché è chiaro anche a un bimbo in fasce che ritrovarsi partiti italiani che in Italia si rivolgono al popolo italiano disprezzando tutto ciò che ha a che fare con l’Italia e l’italiano, è qualcosa di grottesco. Ma tant’è, la sinistra tutta ci ha ormai abituato ai cortocircuiti e non cambierà certo adesso, con il cambio di lessico adottato dal nuovo governo. Anzi, è esattamente quello che adesso fa impazzire la sinistra, oggi sui social tarantolata come non mai. Made in Italy, sovranità alimentare, natalità, merito, finanche mare e agricoltura, stanno mandando in tilt una parte politica totalmente distaccata dalla realtà. E nel teatrino dell’assurdo la medaglia d’oro della bischerata, ambito premio nel mondo dei buonisti allo sbaraglio, se la aggiudica per l’ennesima volta Laura Boldrini.
Agricoltura e sovranità alimentare mandano in tilt la Boldrini
Ecco cosa ha scritto, su Twitter, l’impareggiabile cintura nera delle sciocchezze: “Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare… che vuol dire? Metteranno fuori legge l’ananas?”.
Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare…che vuol dire? Metteranno fuori legge l’ananas?
Ministero delle pari opportunità insieme a famiglia e natalità: siamo a Roma o a Varsavia?
È il #governo della destra retrograda, autarchica e un po’ grottesca.#opposizione
— Laura Boldrini (@lauraboldrini) October 21, 2022
Di fronte a certi cinguettii potremmo limitarci allo sberleffo, perché obiettivamente non meritano molto altro. Faremo però un’eccezione, spiegando alla Boldrini, semplicemente (ce la può fare anche lei a comprenderlo, ne siamo certi), cosa significa sovranità alimentare.
Cosa significa sovranità alimentare
Significa tutelare il Made in Italy delle imprese che realizzano i propri prodotti effettivamente nel territorio nazionale. Significa limitare l’invasione di prodotti stranieri sui nostri scaffali e dunque sulle nostre tavole. Significa evitare che multinazionali senza scrupoli allunghino le mani sulle nostre eccellenze. Significa impedire la contraffazione alimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, denominazioni, località, immagini, che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati. Significa crescita, dunque ricchezza. Perché, come fatto notare appena un anno fa da Coldiretti, soltanto con “la lotta al falso Made in Italy a tavola si possono creare ben 300mila posti di lavoro in Italia”.
Criticare la sovranità alimentare è insomma tanto sciocco quanto pericoloso. A meno che lor signori non intendano assistere al tracollo della nostra nazione, già avviato da decenni. Un dato emblematico su tutti: dal 1982 in Italia sono scomparse due aziende agricole su tre. Una riduzione particolarmente evidente negli ultimi venti anni: dal 2000 ad oggi il numero delle aziende agricole si è più che dimezzato. Meno chiacchiere, più agricoltura e sovranità, alimentare e non solo.
Alessandro Della Guglia
7 comments
Il decisionismo alimentare serve per ridare forza e salute al popolo e forse addirittura ad evitare certe gravi patologie, come quella che ha colpito la Boldrini stessa! Ma vaglielo a far capire!
Ma cosa andate a spiegare a questo asinodonte, ma proprio vi illudete che capisca? Come siete ingenui !!! Lasciate perdere, è meglio per voi e indifferente per lei.
Ma chi ti vuola presidenta del cazza
D’accordo, ma avendo rinunciato alla sovranità monetaria, alla sovranità giuridica e territoriale, alla prerogativa di scegliere dove acquistare le materie prime, e avendo sottoposto le nostre Forze Armate alla servitù della NATO, contentarsi di rivendicare una “sovranità alimentare” è davvero ben poca cosa. E poi qualcuno crede che i padroni de LEUROPA ci permetteranno di conservarla?
Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.
È una profezia di Isaia richiamata da Gesù.
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