Home » Buttafuoco, la naja e quella destra piccola piccola

Buttafuoco, la naja e quella destra piccola piccola

by Davide Di Stefano
9 comments

melonibuttaRoma, 29 lug. – Egoista, islamofoba, ignorante, discriminatoria. A volte ce lo dimentichiamo, ma la destra dipinta dall’Huffington Post, quella fissata nello sguardo repressivo della Boldrini, esiste.
Come un Freddy Kruger d’annata esce fuori dai nostri incubi e si materializza davanti a noi, noi che restiamo sempre (un po’) sorpresi. Se nella rabbia contro l’invasione immigratoria, nelle “rivolte” di alcuni quartieri qualcuno avesse mai intravisto qualche segnale positivo di risveglio, ci hanno pensato la Meloni, facebook e questa generazione di cialtroni a riportare tutti con i piedi per terra. Il primo pugno nello stomaco ai sognatori lo tira proprio la presidente di Fratelli d’Italia, che richiama tutti alla realtà vincendo a mani basse (dopo numerose sconfitte), la sfida del consenso con Matteo Salvini. Alla “tigre della Garbatella” è bastato dare dell'”islamico” a Buttafuoco, per cassare ogni ipotesi di candidatura alla Regione Sicilia e per far passare agli occhi dell’elettorato di destra lo scrittore siciliano come una sorta di Al Bagdadi de ‘noantri. E così la proposta lanciata da Attaguile, luogotenente siciliano di Salvini, caldeggiata dallo stesso segretario del Carroccio, è stata sepolta dalle migliaia di likes ricevuti dalla Meloni nel post su Facebook che avrebbe inorgoglito Oriana Fallaci (ne ha presi più dei post sui Marò o contro l’ideologia gender) e dal sondaggio di Libero che riporta il 78% dei lettori d’accordo con la pasionaria della destra italiana.
D’altronde le logiche del “mercato elettorale”, come lo ha definito lo stesso Buttafuoco, sono il regno della semplificazione e dell’emotività e poco si sposano con la razionalità, che anche in piccole dosi avrebbe permesso di comprendere come l’orgoglio arabo-siciliano di Buttafuoco, suggestione più che altro culturale, nulla abbia a che spartire con il rischio di vedere le bandiere nere del Califfato sventolare sopra l’Etna o il Colosseo. Incassato il colpo l’altro Matteo è sembrato subito correre ai ripari per riaffermare il suo ruolo ormai consolidato di leader della destra italiana, dando in pasto a Facebook una delle proposte feticcio del campo conservatore: il reinserimento della leva obbligatoria. Ma la proposta da “destra classica” del leader leghista sembra aver funzionato solo a metà. Il più famoso dei social network lo ha sì premiato con quasi 50mila “mi piace”, ma soprattutto tra i fans più giovani di Salvini l’idea di dover fare la naja non sembra andare a genio, anzi. I commenti negativi sono almeno dieci volte più della media e prendono migliaia di “mi piace”. Tra “benaltrismo” in stile “perché non migliorate le scuole piuttosto?”, individualismo “al giorno d’oggi un ragazzo deve essere libero di scegliere di fare ciò che vuole per potersi costruire un futuro” e conti della serva “il militare è solo uno spreco di denaro pubblico”, l’altro Matteo sembra non riscuotere il consueto consenso dai giovani che lo seguono. A centrare il punto sembra è l’utente Philippo Solynas che incalza scrivendo “gli immigrati ci rubano il lavoro, sono uno spreco di soldi e poi mi proponi la leva obbligatoria?”.
Per la prima volta Salvini chiede ai suoi utenti un impegno personale diretto, qualcosa che ha un costo fisico ed economico ma che potrebbe restituire un valore aggiunto sociale e morale. Apriti cielo. La psicologia di quell’elettorato che lo seguirebbe in capo al mondo per rimettersi qualche euro in tasca togliendolo a campi rom e clandestini, va in corto circuito e percepisce la proposta quasi come un attacco personale. Nell’era delle categorie politiche semplificate ad una lotta tra l'”alto” e il “basso”, chi si era posto come sindacalista del popolo contro poteri forti, Stato e immigrazione clandestina, a quello stesso popolo (o popolino) non può chiedere nulla in cambio se non il voto, pena il tradimento immediato. E’ la stessa dinamica che anima le battaglie contro l’immigrazione, dove egoismo particolare e spirito solidale coesistono. L’egoismo della battaglia securitario – economica dei residenti che non vogliono gli immigrati nel cortile di casa ma a cui andrebbe benissimo se li spostassero nel quartiere accanto. Lo spirito solidale di quelle minoranze che fanno della battaglia all’immigrazione una questione identitaria, concependo il proprio popolo come la propria famiglia da difendere. Due sentimenti opposti, che solo l’unità di intenti unisce, con lo spettro del “tradimento” (di cui l’egoismo è l’anticamera) che aleggia sempre. La nostra storia dovrebbe ricordarcelo, soprattutto nel tragico destino di quel grande italiano nato il 29 luglio di 132 anni fa.
Davide Di Stefano

You may also like

9 comments

Antonio Spinucci 29 Luglio 2015 - 7:14

Nulla da eccepire, articolo straordinariamente vero! complimenti all’ autore.

Reply
salvatore 29 Luglio 2015 - 8:57

quando i musulmani cominciarono ad essere troppi e infastidivano la popolazione siciliana furono gli stessi siciliani a dire all’imperatore Federico II .. “o li cacci tu o ci pensiamo noi”. E l’imperatore disperse la teppa musulmana nel resto del meridione. Fu la salvezza della Sicilia.

Reply
Federico 30 Luglio 2015 - 12:29

La Meloni sta portando avanti quell’idea di Destra con la “D” maiuscola che era di Alleanza Nazionale e del Movimento Sociale Italiano. Sta facendo crescere un progetto basato sulle idee, in barba a tutti i pecoroni di Casapound ed ex forzisti che si dicono nazionalisti e poi vanno con quello che ieri offendeva i terroni e oggi crea Noi con Salvini, quello che per protesta portava la scrivania fuori dal consiglio comunale chiuso perchè lui non festeggiava le feste nazionali credendo nella Padania Libera, ed oggi parla a tutta l’Italia. E la cosa che colpisce di più è che ci sono persone che lo seguono…

Reply
Marco79LE 30 Luglio 2015 - 9:43

”La Meloni sta portando avanti quell’idea di Destra con la “D” maiuscola che era di Alleanza Nazionale e del Movimento Sociale Italiano”..proprio per questo..CASAPOUND TUTTA LA VITA!! ..e poi Salvini non piace neanche a me ma non è difficile comprendere i motivi per cui Casapound gli si è avvicinata..è l’unico grande partito che porta avanti certe idee sfacciatamente..ed è forse anche l’ultima occasione!!

Reply
Adriano Calabrese 30 Luglio 2015 - 7:23

La Meloni e Salvini sono della stessa pasta, due miserrime figure pronte a sfruttare, come i loro colleghi di sinistra, il disaggio e le paure della gente per costruirsi carriere politiche e giri di affari vergognosi.
Da iscritto a Casapound non capisco come il nostro movimento possa sostenere un verme anti italiano capo della mafia del nord, che ha votato il trattato di Lisbona, come Salvini.

Reply
Giancarlo 30 Luglio 2015 - 2:54

Ottimo davvero l’articolo di Davide per due aspetti :
il primo è che finalmente si traccia un solco tra una destra che fa politica emotiva e reazionaria e chi come CPI fa politica su una base identitaria di avanguardia. Il secondo aspetto è che sospetto che questo altola’ a Buttafuoco da parte della Meloni sia solo il primo di una serie che potrebbe pregiudicare anche un’ eventuale accordo su Roma, dove la Meloni immagino voglia candidarsi a Sindaco .

Reply
roberto 63 30 Luglio 2015 - 7:02

Mai con questi cialtroni meloni e company…..articolo da condividere in toto. Bravo davide
ps:federico e’ ilrisultato della depravazione mentale della paraculetta della garbanza e dei suoi accoliti….anche per lui per salvarlo ,ma ho dei dubbi, diciamo mai con questa gentaglia!!!!

Reply
roberto 63 30 Luglio 2015 - 7:04

no Roberto 63 ma 52

Reply
Pino 17 Dicembre 2019 - 10:55

e si…però poi ci siete andati con lega e meloni. E avete perso voti inseguendo una destra che non vi appartiene. Il vero fascismo è di sinistra.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati