Genova, 13 apr – Se finora alla prova del governo la cifra politica del Movimento 5 Stelle è stata l’approssimazione e l’incompetenza, adesso il meccanismo confusionario e sclerotico della democrazia interna pentastellata potrebbe portare addirittura a rinunciare alla candidatura nel capoluogo più importante (dopo Palermo), della prossima tornata di elezioni amministrative. La giunta di cartapesta di Roma e le inchieste contro il “Raggio magico” sono roba da dilettanti rispetto a quanto sta accadendo a Genova, con il caso Cassimatis che rischia di far restare Beppe Grillo senza lista e candidato sindaco. “Ormai stiamo metabolizzando il fatto che alle elezioni genovesi non ci saremo”, sarebbe il commento di un dirigente 5 Stelle, indiscrezione raccolta da Repubblica.
Breve riassunto per chi si fosse perso le puntate precedenti. Marika Cassimatis, prof di geografia estimatrice del “ribelle” Pizzarotti e spesso in contrasto pubblicamente con le posizioni dei vertici dei 5 Stelle, vince a sorpresa le comunarie online. Con un colpo di mano Beppe Grillo la destituisce, favorendole il più affidabile Luca Pirondini. La Cassimatis allora ha fatto ricorso al tribunale contro la decisione, con il giudice che le ha dato ragione sconfessando la decisione del “garante” del Movimento. Quindi sul piano teorico è lei la candidata grillina, solo che la proprietà del simbolo è di Grillo. Che non ha nessuna intenzione di concederlo alla Cassimatis, come scritto sul blog il giorno stesso della sentenza.
La realtà è che ora Grillo e i vertici pentastellati sono con le spalle al muro, perché trovare una soluzione per boicottare la Cassimatis in favore di Pirondini non è semplice, visto che la prof potrebbe facilmente presentare un nuovo ricorso e vincerlo. Lei ora punta ad abbassare i toni, visto che ancora spera in un incontro con la dirigenza grillina e non ha abbandonato l’idea di essere la candidata ufficiale dei 5 Stelle a Genova. Se Grillo non dovesse però cedere all'”avviso bonario” del tribunale il ricorso diventerebbe inevitabile e lo scenario più probabile sarebbe appunto quello della non candidatura pentastellata nel capoluogo ligure.
Anche perché i legali della Cassimatis hanno colpito nel punto più scoperto dei 5 Stelle, quel dedalo di macchinose regole che dovrebbe garantire la democrazia interna per poi essere azzerato da una decisione dall’alto. Piuttosto che trovarsi di fronte ad un’altra causa che metterebbe a nudo le contraddizioni grilline, o ritrovarsi dopo poche settimane con un nuovo caso Pizzarotti, i vertici probabilmente opteranno per la non candidatura. Un’altra bella prova per il Movimento “populista” che potrebbe ritrovarsi a governare l’Italia nel futuro prossimo. Se queste sono le modalità di gestione per una candidatura sotto la Lanterna, figuriamoci cosa succederà quando ci sarà da nominare una squadra di governo o battagliare con Bruxelles.
Davide Romano