Roma, 15 ago – Nel corso della prossima tornata elettorale, prevista per domenica 3 e lunedì 4 ottobre, con ballottaggi il 17 e 18, si svolgeranno anche le elezioni suppletive, fra gli altri, nel collegio uninominale di Siena. Le dimissioni di Pier Carlo Padoan, eletto con il Pd e poi nominato nel Cda di Unicredit, hanno imposto il prematuro ritorno alle urne. La consultazione assumerà notevole importanza per la presenza dell’attuale segretario dem Enrico Letta, candidatosi per ottenere uno scranno parlamentare. Rischio notevole da correre, dato che lo stesso ha annunciato le sue dimissioni in caso di sconfitta.

Anche in tale occasione l’ago della bilancia appare essere Matteo Renzi. L’appoggio di Italia Viva e del “polo riformista” composto da +Europa ed Azione potrebbe risultare decisivo. Importanza che Renzi ha certo intenzione di sfruttare a proprio piacimento. L’arma di forte ricatto appare essere proprio il Ddl Zan, dove Renzi ed il suo partito giocano da settimane una partita a scacchi sul filo del rasoio. L’ostruzionismo alla legge, avallato da centinaia di emendamenti presentati al Senato da IV e dal centrodestra, ha comportato lo slittamento del voto a settembre. Sarebbe stato altrimenti impossibile terminare il lavoro prima della pausa estiva delle Camere.

A Siena Enrico Letta dipende da… Renzi

Anche in ragione di ciò, il mese di settembre si preannuncia intenso su tale tematica. In primis, è da annotare che numerosi cambiamento del disegno di legge alla Camera furono voluti proprio da Italia Viva. In particolar modo quelli su cui lo stesso partito di Renzi oggi protesta, con la giustifica di unità da mantenere in parlamento per evitare l’affossamento della legge a scrutinio segreto. Inoltre, il muro del Pd su ogni ulteriore cambiamento favorisce i piani politici di Renzi, dato che rende il Nazareno potenziale vittima di ricatti politici.

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Ad esempio, è probabile che il senatore di Rignano sull’Arno intimi la necessità di modificare gli articoli 1, 4 e 7 della legge al fine di ottenere l’appoggio elettorale a Siena. Eventualità che favorirebbe anche il centrodestra, intenzionato a moderare le prevaricazioni presenti nel Ddl e condurre Enrico Letta alla sconfitta a Siena e alle conseguenti dimissioni. L’ex premier pisano si trova ora costretto a scegliere tra la sconfitta mediatica del compromesso sulla legge o il rischio di finire umiliato in un seggio storicamente di sinistra. Con la consapevolezza che il controllo del partito non è nelle sue mani e che gli interessi a sollevarlo dall’incarico sono principalmente interni ad esso.

Tommaso Alessandro De Filippo

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