Roma, 12 ott – “Non sono in questo momento all’ordine del giorno patti regionali né tantomeno nazionali. A me più che i patti interessano i fatti. In Umbria se vince Bianconi nessun assessore sarà di un partito” . Così Luigi Di Maio, ospite de L’Intervista su Skytg24, ha gelato Nicola Zingaretti. Il segretario del Partito Democratico, ospite a Otto e Mezzo, ha infatti tentato di lanciare l’ennesimo appello ai pentastellati al fine di realizzare un accordo più strutturato e di ampio respiro, valido insomma per le elezioni regionali e nazionali: “Vogliamo provare a farla diventare un’alleanza? Sì, altrimenti, inutile girarci attorno, torna Salvini”. Un auspicio subito disinnescato, almeno stando alle parole pronunciate oggi, dal capo politico del M5S.
Promesse e libretti gialli
Di Maio ha promesso “diverse novità”, spiegando che il movimento si darà un’organizzazione, ovvero un modello in cui 80-90 persone dovranno gestirlo in tutta Italia. I Cinque Stelle sono dunque alle prese con l’ennesimo restyling, visto il netto tracollo elettorale dell’ultimo anno e la difficoltà sempre più evidente ad essere considerati ancora una forza di “cambiamento”. I tempi dei Vaffa e del parlamento da aprire come una scatoletta di tonno sono sempre più lontani, ma Davide Casaleggio ha aperto la due giorni di Italia 5 Stelle, la festa che a Napoli celebra i primi dieci anni del movimento, con una punta di nostalgia: “Sembra l’altro giorno che iniziavano i primi meet up”. Già, anche quegli incontri a ben vedere sono ormai una vecchia pagina scolorita.
Eppure Di Maio prova a nascondere difficoltà e stravolgimenti interni al M5S: “A Italia 5 Stelle porterò il libretto giallo del Movimento, con le cose fatte e le cose da fare”. Nessuno ovviamente azzardi paragoni con il libretto rosso di Mao o con quello verde di Gheddafi, in questo caso non c’è traccia di auliche visioni del mondo. “Abbiamo tre occasioni, la legge di bilancio, il dl fisco, e la riforma della giustizia: se vogliamo fare una legge di bilancio che contrasta gli evasori bisogna approvare una norma che prevede il carcere per i grandi evasori”, ha dichiarato Di Maio. Il tutto, continuando ad andare a braccetto col Pd, ma senza puntare ad altre alleanze future. Per ora.
Eugenio Palazzini