Durante tutta la campagna elettorale avrebbe girato sempre con una telecamera nascosta. E il cameraman che si portava appresso (un suo amico, diceva) sembra che in realtà fosse delle Iene. A far scoppiare il caso non è stato qualcuno degli alti dirigenti di Lega o Fdi, bensì Francesco Benigno, l’attore di Mery per sempre che era candidato nella lista di La Vardera, che ha raccontato di come, durante una chiacchierata fra loro due, a un certo punto Ismaele avrebbe confessato: “Francesco io non ho fatto questa campagna elettorale per diventare sindaco ma per fare un documentario e per fare conoscere a tutti la mala politica siciliana. Ho registrato tutti: Cuffaro, Miccichè. Li ho registrati a loro insaputa mentre dicono le peggio cose. Pure tu una volta mi avevi detto che ti mettevi in politica, così almeno tu puoi fare il tuo lavoro perché non lavori”. Tra i due sarebbero anche volati schiaffi (ed è di nuovo surreale che a vendicare l’onore vilipeso del partito erede dell’Msi sia stato un mediocre caratterista cinematografico anziché qualche esponente di primo piano).
Ora, però, i nodi vengono al pettine: chi ha voluto questa candidatura nel quinto comune italiano per popolazione ? Chi l’ha avallata? Che criterio è stato usato per scegliere il candidato? Che progetto politico c’era alle spalle di La Vardera? Chi ha scritto il suo programma? Chi lo ha controllato? Era così difficile capire che qualcosa non andava? Anziché rispondere a queste domande, Lega e Fratelli d’Italia fanno anche gli offesi (ma con chi?). Giorgia Meloni ha negato la liberatoria per la diffusione delle immagini girate dal giovane candidato. La Meloni sarebbe “molto amareggiata”. Matteo Salvini non commenta ma lascia filtrare tutta la sua irritazione. “Quello che è accaduto è un fatto gravissimo – dice Alessandro Pagano coordinatore del movimento Noi con Salvini della Sicilia occidentale – Siamo probabilmente davanti a una colossale presa in giro e ci stiamo tutelando anche noi dal punto di vista legale. Questo ragazzo, soprattutto se ha rubato conversazioni private, ha carpito la fiducia di chi aveva puntato su di lui”. Ma, evidentemente, chi ha puntato tutto su un simile giullare meritava di essere preso in giro. La stupidità, oltre un certo livello, è un crimine.
Giorgio Nigra
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